Juno.00008.007 - Hera - 007
Qualche giorno dopo, Yemoja si precipitò raggiante nella casa di Juno e Rebecca strillando: "Ce l'abbiamo fatta! La placenta fotosintetica non è più riservata ai neonati!"
"Che vuoi dire?", chiese Rebecca, e Yemoja rispose: "Io e mia moglie Xiuhe ci siamo chieste: 'E chi è nato senza che fosse possibile conservargli la placenta per renderla fotosintetica? Occorre trovare la possibilità di ricrearla a partire dalle cellule staminali!'"
"E ci siete riuscite?", chiese Juno, e Yemoja piegò le ginocchia battendo il pugno destro sul palmo sinistro per l'esultanza.
"C'è però un limite", aggiunse poi, "per il momento, ci riusciamo solo con gli impuberi. Non appena un bambino od una bambina iniziano la pubertà, questo non è più possibile. Speriamo di riuscirci in futuro anche con gli adulti".
Rebecca e Juno si guardarono pensando alla stessa cosa: Rachele, la figlia di Debora, stava per compiere dieci anni - e non è più raro avere bambine già puberi a quell'età.
"Yemoja", chiese Juno, "pensi di poter rigenerare la placenta di Rachele e renderla fotosintetica? In fretta, prima che diventi da bambina signorina?"
"Hmm ... ho visto ieri Debora e Giovanna accompagnare Rebecca in un negozio di lingérie", rispose Yemoja; Juno si mise le mani nei capelli, Rebecca la tranquillizzò dicendo: "Calma! La pubertà è un processo lungo. Prima di solito crescono i seni, poi i peli 'superflui', ed il mestruo arriva per ultimo - dopo due anni circa. Yemoja, quand'è che 'tardi' diventa 'troppo tardi'?"
"Dovrei visitare la bimba. Però, non mi spaventerei troppo. Ci sono le bambine impaurite dal loro seno che cresce, e bambine che non vedono l'ora di averlo. Mi sa che Rebecca cade nella seconda categoria, e se non perdiamo tempo, possiamo ancora dotarla di una placenta fotosintetica".
Tutte e tre [Juno, Rebecca, Yemoja] bussarono alla porta di Debora, e spiegarono a lei ed a Giovanna cosa intendevano fare. Debora scoppiò a ridere quando seppe come si era disperata Juno, e disse: "La visita era solo didattica - una donna deve saper scegliere la sua biancheria. Certo però che una visita a Rachele non le farebbe male. Come pensi di estrarre le sue cellule staminali?"
"Con un un prelievo di sangue", rispose Yemoja, "Per fortuna non ce ne vogliono molte".
"Pensate di farlo anche con le mie nipoti Lia e Dina?", chiese Debora, "Siete state gentili a pensare a mia figlia per prima, ma non c'è solo lei in famiglia".
"Certamente", rispose Juno, e Debora chiamò la figlia per dirle: "Tesoro, la zia Yemoja vorrebbe visitarti per vedere quanto ti manca per diventare una bella donnina. Quando può farlo?"
"Anche subito, se poi mi aiutate con il tema di italiano", rispose Rachele.
La visita mostrò una ragazzina in perfetta salute, ma con il seno già allo stadio Tanner 2 - con i capezzoli che cominciavano a sporgere; la visita al negozio di lingérie non era solo didattica - presto Rachele avrebbe avuto bisogno di un reggiseno.
Yemoja eseguì comunque il prelievo di sangue, sperando che le cellule staminali fossero meno mature del resto del corpo, e fosse ancora possibile crearne una placenta.
La scommessa fu vinta, e qualche mese dopo, mentre la mamma comprava finalmente il primo reggiseno a sua figlia, la placenta era pronta per essere resa fotosintetica.
Il successo dell'esperimento convinse a ripeterlo anche con Lia (che viveva a La Maddalena con la madre Giaele e sua moglie Dalia) e Dina, la figlia di Rebecca.
Fu possibile produrre più placente con il medesimo insieme di cellule staminali, il che significava che tali placente potevano nutrire non solo le bambine che ne erano titolari, ma anche i loro genitori e parenti stretti. Come disse Hera: "Ora le nostre figlie sono davvero il sostegno della nostra vecchiaia, a dispetto dei tagli alle pensioni".
[Fine]
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