venerdì 24 novembre 2017

Morte di plastica - 2/4


Naphtali osservò: "Non è solo questione di numero. Un'industria inquinante che impiega 20 persone fa più danno di 2000 MdF. Chiudendo quelle industrie, ottenete risultati migliori che spargendo sangue umano".

"Stiamo stilando un elenco delle industrie inquinanti, dei loro proprietari e dei loro tecnici", rispose Amphitrite, "dopo gli MdF passeremo a loro. Non è che gli MdF muoiono senza prima averci rivelato tutto quello che sanno sul genere umano".

"Sono ancora nel mirino?"

"No. Mi hai convinto che sei un uomo prezioso", disse Amphitrite, mentre sentiva una strana congestione pelvica e le si dilatavano le pupille.

Prima lo disse a se stessa, poi lo ripetè a voce bassa, ma udibile da Naphtali: "Mi è tornato l'estro!"

"Posso fare qualcosa per te?"

"No. Dovrei gettarmi in acqua, ritrasformarmi in megattera, raggiungere le mie conspecifiche, e ... trovare un bel maschietto!"

"Gettarti in acqua?" disse Naphtali guardando fuori dall'oblò e fissando le onde che il forte vento sollevava oltre l'antemurale del porto.

"L'ho già fatto oggi pomeriggio".

"Ah, ecco perché in un primo momento non ti trovavamo. Comunque, vieni a guardare quest'altro oblò".

Amphitrite vide molti scafi all'ancora nello specchio d'acqua del porto, e Naphtali spiegò: "Il vento ha spazzato via la nebbia che ci impedì di entrare in porto senza il tuo aiuto. Ma tutte le barche che vedi temono un vento così forte, sono entrate in porto, ed hanno gettato l'ancora dove l'acqua è più profonda e quindi calma. Quello è l'unico punto in cui avresti potuto trasformarti in megattera ed uscire dal porto senza arenarti. Ma se ci provi ora, ti impigli in tutte le cime d'ancora, e non so se facciamo in tempo a salvarti. Devi aspettare".

"Posso raggiungere la bocca del porto a piedi, tuffarmi e trasformarmi in megattera!"

"Con queste onde, riusciresti a farlo prima di annegare? In forma umana le tue forze sono assai limitate".

"Hmm ... un rischio più grave è che, anche se mi trasformo in megattera, le onde mi sfracellino contro il muraglione prima che io riesca con le pinne e la coda a far presa sull'acqua e ad allontanarmene".

"Ti dovrei portare io in mare aperto, ma con questo vento, di notte, e stanchi come siamo, si salpa solo per una questione di vita o di morte. Lo è?"

"No", rispose Amphitrite, ci pensò un attimo, guardò Naphtali in un modo che lo turbò, e disse: "E se lo facessi con te?"

"Mi lusinghi, ma temo di non ricordarmi più nemmeno l'abbicì di queste cose".

"Non facciamo cose complicate sott'acqua, Naphtali", disse lei prendendogli la mano destra e facendo risalire la sua lungo il braccio fino alla spalla.

Quando lei avvicinò il suo viso a quello di Naphtali, lui sentì l'impulso di baciarla, lei schiuse le labbra e le loro lingue si incontrarono.

Tutti e due si sentirono elettrizzati, Naphtali la strinse a sé e sussurrò: "E per il problema di cui dicevamo prima?"

"Un dettaglio che ora possiamo ignorare", disse Amphitrite mentre cominciava a sbottonargli la camicia, e Naphtali tra un bacio e l'altro a sollevarle la maglietta.

Si misero sul tavolo da pranzo, con Naphtali disteso sulla schiena, ed Amphitrite che strisciando su di lui lasciava che le sue mani portassero alla sua bocca ciò che più le piaceva di lei - la bocca il collo, i capezzoli sul petto, l'ombelico, i capezzoli più intimi, e ciò che leccato le procurò per la prima volta un orgasmo senza penetrazione.

Si chiese se fermarsi, ma volle invece proseguire - non si lasciò più guidare dalle mani di lui, anche se continuavano a stringerle i fianchi, ma arretrando arretrando, lei pose la vulva sul glande di lui, e dal pene si fece infilzare.

La manovra era semplice, e gli umani sono assai meno dotati delle megattere, sia in assoluto che in proporzione, ma le piacque moltissimo. Ad un certo punto lui sentì che stava per venire, e poco dopo lei percepì che era accaduto.

Il rapporto durò ancora molto, per gli standard di una megattera, ed al termine lei gli chiese: "Sei venuto davvero?"

"Sì, e non capisco come mai".

Lei vide nei suoi occhi non lo sguardo di chi ha appena fatto una marachella, ma di tenerezza, e di chi si stupiva di dove era arrivato e si chiedeva che sarebbe accaduto poi.

Gli chiese allora: "Ti sei forse ... innamorato? Amore e desiderio uniti insieme ti hanno portato dove non sei mai venuto prima?"

"Ti ho amato da quando ti ho vista, anche se non volevo ammetterlo per paura di deluderti con le mie défaillances".

"Amare per me è una cosa nuova. Non è la stessa cosa che scegliere un partner, cosa che noi megattere facciamo volentieri", osservò Amphitrite.

"Stai dicendo che?"

"Che ti amo anch'io, Naphtali. Questa nave non è semplicemente il mio banco, è la mia famiglia ora".

"Quando mi presenti ai tuoi?"

Amphitrite si mise a ridere, perché non ci sono famiglie estese tra le megattere, e disse: "Se intendi dire le mie amiche, quando vuoi. Tra l'altro, ora che sei venuto dentro di me, puoi trasformarti in un cetaceo".

"Già, è vero. Devo rinunciare alla class action?"

"Perché?"

"Sono guarito".

"Mah ... voi stessi dite che 'una rondine non fa primavera'; e se lo standard è che un maschio venga indipendentemente dai suoi sentimenti, un farmaco che glielo impedisce gli fa danno. Continua!"

Il cellulare di Naphtali fece "bip" in quel momento, e lui lesse questo messaggio: "Congratulazioni, Naphtali ed Amphitrite. Vorrei però attraversare la stanza per andare in bagno. Dopo è tutta vostra. Reuben".

"Che facciamo?", chiese Amphitrite, e Naphtali rispose: "Ci copriamo con quell'asciugamano steso e facciamo passare Reuben. Dopo andiamo nella mia cuccetta".

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