sabato 12 agosto 2017

49069NU.00001.001 - Il dildo cavo - 001

[Inizio]

In una città sarda di cui non vi dirò mai il nome vivevano tre sorelle: Debora, Giaele e Rebecca.

Erano tre gemelle identiche; Debora gestiva l'oreficeria di famiglia (marchio 49069NU); Giaele era chirurgo nel locale ospedale; Rebecca era un'agente immobiliare.

Non si erano mai sposate, né accompagnate ad un ragazzo. Avevano degli amici, alcuni dei quali provavano qualcosa per loro, ma li avevano "friendzonati" con molto successo.

Qualcuno si era chiesto se non fossero in realtà lesbiche, ma le uniche donne con cui avevano rapporti passabili erano loro stesse, quindi anche quest'ipotesi era caduta.

Un giorno la luogotenente dei carabinieri Giovanna (i carabinieri reclutano donne dal 2000) convocò Debora nel suo ufficio; quando lei arrivò, Giovanna aprì un cassetto, e le mostrò un fallo d'oro 750/1000 chiuso dentro un sacchetto di plastica con un'etichetta recante un codice numerico ed uno a barre.

"Lo riconosci?"

"Sì", rispose Debora, "Non li mettiamo in vetrina, ma li fabbrichiamo. Su misura".

"Abbiamo infatti visto il tuo marchio su quello che in un essere umano sarebbe il frenulo. Dopo la sigla della provincia abbiamo visto il numero 00034.002. Significa qualcosa?"

"34 è il codice della cliente che lo ha comprato. Questi articoli le piacciono, e ne ha appunto comprati due - questo fallo ed un altro di diverso genere".

"Ti ricordi chi è?"

"Antonia Gonnesa. Ti mostro la sua scheda nel mio cellulare".

Giovanna fotografò la videata (troppo imprudente collegare il proprio cellulare a quello di Debora) e disse: "Grazie mille! Puoi andare!"

Debora disse: "Posso pesare il reperto?"

"Visto che è dentro il sacchetto, sì"

Debora estrasse una bilancia di precisione per gioielli (ne vendono poco più grandi di uno smartphone) dalla borsa, vi pose sopra il fallo senza ovviamente toglierlo dal sacchetto e disse: "Pesa più del previsto. Il reperto è cavo. Se fosse massiccio costerebbe troppo e peserebbe troppo. Perciò abbiamo nascosto un tappo con serratura radiocomandata, che permette di nascondere nel fallo gioielli od altri piccoli oggetti".

"Stai dicendo che dovremmmo aprire il fallo per vedere cosa c'è dentro?" chiese Giovanna, e Debora rispose: "Io lo farei".

"Hai per caso una copia del radiocomando per questo fallo? Mi hai incuriosito parecchio, e se mando l'oggetto al RIS di Parma, non ne avrò notizie per settimane".

"Torno fra cinque minuti".

Debora, al suo ritorno, aprì il fallo, e da esso uscirono non gioielli, non lettere d'amore, ma diverse schede Micro SD ed una Nano SIM da cellulare.

Il sacchetto di plastica era abbastanza grande, e tappo e contenuti poterono uscire dal fallo senza lacerarlo.

Debora commentò: "Adesso hai dei motivi per mandare l'oggetto al RIS e chiedere una risposta immediata. Ma che è successo ad Antonia?"

"A lei personalmente nulla. Il fallo lo abbiamo trovato in casa di una persona indagata per ricettazione. Gli altri gioielli che aveva hanno ritrovato i loro proprietari. Questo, più imbarazzante, no".

"Vuoi che glielo restituisca io?"

Giovanna rise e disse: "Sarebbe la soluzione più semplice, ma non la possiamo adottare. La chiamo io".

Qualche giorno dopo l'Antonia Gonnesa in questione entrò in negozio, e sussurrò in un orecchio a Debora: "Il fallo che mi hai confezionato funziona così bene che vorrei che me ne facessi un altro. Le misure le hai già".

"Fra tre giorni lo avrai", rispose Debora, aggrottando lievemente la fronte.

"Di due dildo uguali una donna non se ne fa niente", pensò Debora, "Probabilmente Antonia si vergogna di confessare che le era stato rubato, e preferisce spendere un bel po' di denaro per riavere il suo "piccolo amico".

Questo significava che Giovanna non l'aveva ancora chiamata - strano. Forse era meglio telefonarle.

"Ah, ciao, Debora", rispose Giovanna, "Dimmi".

"È venuta Antonia Gonnesa in negozio, ed ho il sospetto che tu non le abbia ancora detto che avete ritrovato il suo fallo. Vuole farsene fare uno uguale, e non vorrei farle spendere soldi per niente".

"Debora", rispose allarmata Giovanna, "Che cosa hai detto ad Antonia?"

"Niente. Se le avessi detto che sapevo che avevate ritrovato il suo fallo, e lei non lo sapeva ancora, avremmo passato tutt'e due un mucchio di grane. Meglio sollecitarti".

"Debora, spegni il cellulare e vieni subito qui!"

Giovanna spiegò a Debora che quel giorno aveva dovuto aggiornare la descrizione del reperto, visto che vi erano state ritrovate le Micro SD e la Nano SIM. Ma quando provò ad inserire il numero della Nano SIM nel sistema informativo dell'Arma, un pop-up l'avvertì che quella scheda era stata usata per cosa su cui indagava l'AISE.

"L'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna? Il servizio segreto militare italiano?"

"Già".

"Ed Antonia che c'entra?"

"Non lo sappiamo ancora. Siamo stupiti quanto te, ma stiamo indagando. Certo però devi tenere la bocca chiusa".

Debora pensò un attimo. Il fallo ad Antonia era costato una bella somma, e Debora si era stupita che potesse permetterselo. Oltretutto, il primo articolo che le aveva venduto, un anello per divaricare le grandi labbra, con un piccolo pendente che camminando toccava il clitoride, sembrava esserle piaciuto intensamente - era cambiato perfino il suo modo di camminare!

Ed il fallo che Antonia aveva acquistato era esagerato anche come dimensioni - lo aveva detto sua sorella Giaele, che da medico le aveva preso le misure.

"Ma se la cliente vuole e paga, la accontentiamo", pensò Debora, e le venne in mente come il fallo era stato pagato: con un assegno bancario!

E non era del conto di Antonia - era perfino di una banca non presente in città!

"Se ti porto una fotocopia dell'assegno con cui Antonia ha pagato il fallo, pensi ti sia utile?"

"Difficile pensare che una spia paghi con assegni, ma prova", rispose Giovanna.

L'assegno era tratto su una banca continentale, e l'IBAN avrebbe permesso di rintracciare rapidamente il titolare.

"Occorre ora capire come ha conosciuto Antonia", osservò Giovanna, e Debora rispose: "Io chiederei a mia sorella Rebecca".

"Perché?"

"Mia sorella non si occupa solo di compravendite, ma anche di affitti per le vacanze. Antonia è sua cliente. L'ipotesi più probabile è che questi, grazie a mia sorella, abbia preso in affitto l'appartamento di Antonia, e l'abbia 'convinta' a fare ciò su cui state indagando".

"Mah", osservò Giovanna, "Antonia la conosci meglio di me, che non sono da molto qui. Come ti pare?"

"È una donna molto sola che ha visto arrivare la menopausa senza che un uomo la rendesse mamma. I gioielli erotici che mi ha fatto fare erano un tentativo di sentirsi viva laggiù, tantopiù che le medicine che prende sono tremende per la funzione sessuale".

"Quindi un uomo che abbia mostrato un minimo di interesse per lei potrebbe averla sedotta", commentò Giovanna, e Debora aggiunse: "Forse l'infelicità si è trasformata in rabbia".

"E la rabbia si manipola più facilmente della tristezza, come ben sanno i demagoghi", terminò Giovanna.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page