venerdì 18 agosto 2017

Juno.00001.002 - Transizione - 002


Giaele aveva anche uno studio medico privato, e lì ricevette Juno. Le chiese: "Vuoi anche una visita medica generale, oppure mi limito a prendere le misure per i gioielli?"

"Facciamo tutto", rispose Juno, e Giaele le fece una visita completa, concludendo: "Buona salute in rapporto all'età. Forse devi cambiarti gli occhiali. Hai mai preso ormoni femminili?"

"No. Il mio seno è opera del chirurgo".

"Forse hai fatto meglio di chi prende invece gli ormoni, perché gli estrogeni non difendono le ossa dall'osteoporosi come il testosterone. Intendi sottoporti a riassegnazione chirurgica del sesso?"

"No. Ho sentito storie orribili, e non voglio rischiare".

"Toh, sono d'accordo anche in questo. Rebecca mi aveva detto che volevi femminilizzarti il viso".

"Non è deciso ancora", rispose Juno, e Giaele disse: "È meno rischiosa dell'altra, comunque".

Giaele consegnò a Juno copia delle sue misure vitali, e gli disse: "Ho saputo che tu e Rebecca vi siete lasciati".

"Vogliamo cose diverse da una relazione amorosa. Tutto qui".

"Ha sofferto un po' per il tuo no, anche se ha cercato di nasconderlo".

"Siamo comunque amici. Se lei vuole parlarmi può farlo".

"Un'occasione ci sarebbe ..."

"Cioè?"

"Debora questi gioielli preferisce consegnarli a casa nostra, perché in negozio manca la privacy. Vuoi che ci sia anche Rebecca oppure le diciamo di trovarsi un impegno?"

"Può esserci".

"Bene", disse Giaele, che poi tirò fuori un catalogo da un cassetto e lo mostrò a Juno dicendo: "Questi sono i gioielli erotici che fa Debora. Dovresti scegliere il tipo che preferisci - ed eventualmente indicare come personalizzarlo. Copia delle misure gliela do io".

Bottoni da costume sardo muliebre.
Juno scelse due piccoli imbuti di filigrana d'oro che coprivano le areole e stringevano (un po') i capezzoli titillandoli - gli intenditori avrebbero detto che somigliavano alla parte conica dei bottoni a forma di mammelle dei costumi sardi da donna; Giaele disse: "Togliteli prima di andare a letto, e lavali con il bagnoschiuma, ed uno spazzolino da denti. Se provocano irritazioni, vieni subito da me. Un seno come il tuo è molto più vulnerabile del mio".

Tre sere dopo, Juno suonò a casa delle tre sorelle per pagare e ritirare i gioielli. Trovò anche Rebecca, a cui diede un bacino sulla guancia, ed aprì il cofanetto dei copriareole.

Così si portano sulla camicia.
I gioielli erano splendidi, Debora mise davanti a Juno uno specchio, e lei si pavoneggiò mettendo i copriareole sopra la camicia; Rebecca sorrideva raggiante verso Juno, che sentì l'impulso di poggiarli sulla maglia di lei, ma Rebecca, quando Juno le avvicinò i gioielli, rise e disse: "Lo sai che non sono della mia misura!"

Giaele, soddisfatta perché un minimo di feeling si stava ristabilendo tra loro, disse: "Juno, dovresti provarli. Devono essere della misura giusta e stuzzicare nel modo giusto senza far male".

"C'è uno stanzino lì con uno specchio", indicò Debora, ma Juno e Rebecca si guardarono intensamente, e decisero di fare a meno dello stanzino. Rebecca aprì la camicia di Juno (le altre due sorelle cercavano di mantenere un contegno professionale), e Juno pose i copriareole sui capezzoli. Si guardò soddisfatta allo specchio, mentre Rebecca era entusiasta, e Debora e Giaele professionalmente sentenziarono che stavano a pennello.

Debora chiese, mentre Juno si chiudeva la camicia: "Vuoi cenare con noi stasera?", e Giaele disse a Juno, quasi sussurrando: "Anche a Rebecca piacciono questi gioielli".

Rebecca colse l'invito e si sbottonò la camicia, mostrando a Juno dei copriareole adatti per il suo corpo, di cui Juno si complimentò prima di riabbottonarle la camicia - è pericoloso mangiare cibi caldi a seno scoperto!

La cena fu deliziosa, e Debora chiese a Juno: "Hai preparato dépliants, opuscoli, QR Codes per un sito web della tua sinagoga umanistica?"

"Non ancora".

"Vedi", disse Giaele, "L'idea ci interessa, anche se non vogliamo diventare ebree, e se tu ci prepari del materiale, io lo metto nella sala d'attesa del mio studio medico, Debora in oreficeria, Rebecca in vetrina insieme con gli annunci immobiliari ..."

"Inoltre", disse Rebecca, "in questa cittadina non mancano le associazioni culturali. Noi ne frequentiamo alcune, tu ne frequenti altre, e distribuiamo il materiale anche a loro".

"Ottima idea. Mi metto domattina all'opera. Uno dei vantaggi dell'essere in pensione è questo", rispose Juno.

Al momento di uscire Juno diede un'occhiata languida a Rebecca, che però la toccò col dito sulla punta del naso e le disse:

"Sto diventando monogama. Mi devi meritare. Non stasera".

"Passo nel tuo ufficio quando il materiale è pronto, allora", disse Juno cercando di contenere il disappunto, "Fra qualche giorno, dunque".

"Ti aspetto", rispose Rebecca, e Juno si avviò verso casa.

Una notifica Facebook illuminò il display dello smartphone di Juno, e quando lo avvicinò al seno mentre lo faceva passare dalla tasca dei pantaloni al viso, si rese conto che la camicia di lino bianco che indossava era alquanto trasparente, ed alla luce del display brillavano i copriareole d'oro.

"Devo comprarmi un reggiseno coprente domani", si disse Juno, "non vorrei che un rapinatore ricorresse al coltello per strapparmeli, se li vede".

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