lunedì 14 agosto 2017

49069NU.00001.005 - Il dildo cavo - 005


Quando Floriano ed Antonia scesero dall'autobus di ritorno dall'aeroporto, videro Rebecca seduta ai tavoli esterni di un bar mentre beveva con delle clienti; Debora davanti alla vetrina della sua oreficeria, che descriveva a dei clienti dei vassoi d'argento; Giaele al volante di un'ambulanza della Croce Rossa; un furgone della ditta che riparava tetti, con diversi muratori in più del solito, vicino a casa di Antonia; un altro della Telecom con tre persone che sistemavano l'ADSL nell'isolato di Antonia Gonnesa e Salvatora Murru; e perfino cinque elettricisti che stavano cambiando le lampade al sodio dei lampioni con lampade a LED.

Floriano si era reso conto che tutte quelle persone erano sospette, soprattutto gli elettricisti, e provò a chiedere a loro come mai erano così tanti per cambiare una lampadina alla volta - ma il caposquadra rispose: "Regolamento di servizio. Siamo in tanti per il caso uno prenda la scossa. Allora dobbiamo togliere la corrente se ci riusciamo, ed in ogni caso staccarlo dai fili elettrici e soccorrerlo. La prossima volta che lei cambia una lampadina in casa, non lo faccia da solo. Chieda a qualcuno di stare ad un metro da lei con un bastone di legno in mano, in modo da staccarla dai fili elettrici se l'impianto non è stato fatto a regola d'arte".

Floriano percepì la risposta come una sfida - come se il caposquadra non fosse stato solo un elettricista, ma un collega spia che gli dava del babbeo. Entrò comunque in casa di Antonia, ed entrambi videro che la lampadina di cucina si era fulminata.

"Non erano lampade di ultima generazione quelle di casa tua?", chiese Floriano, ed Antonia rispose: "Era l'ultima lampada fluorescente che mi era rimasta, e volevo consumarla - consumava appena più di una a LED, e non mi pareva il caso di buttarla via ancora nuova, come ho fatto invece con le lampade ad incandescenza".

"Va bene, Antonia, salgo su una sedia e cambio la lampadina. Va' a prendere un manico di scopa per il caso io prenda appunto la scossa".

Antonia andò nel ripostiglio delle scope, e vide che l'unica scopa col manico di legno che aveva aveva appunto la punta del manico rivestita per una ventina di centimetri di carta d'alluminio. Non era una cosa normale; provò a toccare cautamente la carta, e sentì la scossa. Si voltò in direzione della cucina, fece un sorriso maligno, e prese quella scopa afferrandola per la parte di legno del manico.

Disse a Floriano: "Togliti le scarpe prima di salire sulla sedia, altrimenti me la sporchi! Essendo di metallo, non posso lavarla senza rischiare di farla arrugginire!"

"Mah, ho i piedi sudati perché in Sardegna fa caldo. Non so se ci guadagni a farmi togliere le scarpe!"

"Fa' come ti dico. Al sudore si rimedia più facilmente che allo sporco della strada".

Floriano lo fece, e quando ebbe tolto la lampadina fulminata, Antonia prima riaccese la luce, e poi colpì Floriano con la scopa.

I falsi elettricisti che cambiavano le lampade dei lampioni l'avevano trasformata in un taser, e Floriano rimase momentaneamente paralizzato. I carabinieri avevano visto la scena attraverso le loro microspie, ed irruppero nell'appartamento per salvare la vita a Floriano.

Tra loro c'era Giovanna, che, mentre i suoi colleghi soccorrevano (ed ammanettavano) Floriano, prese Antonia da parte e le disse: "Sappiamo che 'vieni bene in fotografia', e che lui ti ricattava per questo. Ora puoi punire quel mascalzone se ci dici tutto quello che sai. Se non lo fai, potremmo doverti incriminare per tentato omicidio".

"Se aveste aspettato dieci minuti, mi sarei fatta condannare volentieri all'ergastolo!", ribattè Antonia, e Giovanna rispose: "Vogliamo anche i complici. Per quello siamo intervenuti subito".

Antonia cominciò subito a cantare, tantopiù che le era stato promesso di inserirla in un programma di protezione dei testimoni - i servizi segreti credono molto nel proverbio "la vendetta è un piatto freddo", ed Antonia si era compromessa molto colpendo Floriano.

Floriano invece cercò di negare, anche se il RIS, decifrando i dati delle Micro SD, aveva raccolto molti elementi contro di lui ed i suoi contatti in Sardegna.

Erano però prove che non si potevano portare in tribunale, ed il Tribunale della Libertà scarcerò subito Floriano, imponendogli solo l'obbligo di dimora in quella città, in attesa del processo per tutte le accuse rivoltegli da Antonia.

Ma la città era un porticciolo di mare, ed il rischio era che i suoi complici, approfittando delle tenebre, lo facessero fuggire all'estero in barca. C'era un solo modo per impedirglielo, e se ne incaricò Debora.

Una sera Floriano era in un bar sul lungomare, e Debora entrò nel medesimo bar. Di solito indossava vestiti che mortificavano le sue curve, ma quella volta aveva deciso di indossare un reggiseno di pizzo sotto una T-shirt un po' stretta, e questo bastò ad attirare un bel po' di sguardi maschili. Lei guardò alcune volte Floriano, e quando si sedette ad un tavolo vicino al suo, Floriano chiese al cameriere di offrirle un drink.

Debora non accettò il drink, ma sorrise a Floriano, si avvicinò a lui, e gli disse, chinandosi in avanti in modo da lasciargli vedere un po' di bendidio: "Ti ringrazio, ma stasera devo uscire con un'amica. Possiamo parlare se vuoi una mezz'oretta, ma quando lei arriva dobbiamo salutarci. Va bene?"

"Con una donna della tua bellezza va bene qualsiasi accordo!", rispose galante Floriano. Debora lasciò intendere di essere bisessuale in una relazione aperta, ma che non amava le cose a tre, per cui il turno di Floriano sarebbe venuto un'altra sera, se Floriano se lo fosse meritato.

Floriano ordinò un paio di drink, e Debora stava attenta che non glielo drogasse; ma quando Floriano fu distratto da una chiamata al cellulare (era Rebecca, che fingeva di aver sbagliato numero), lei versò 20 mg di Cialis nel drink di lui - la dose massima somministrabile in una sola volta senza pericolo, per una persona normale.

Ma Floriano aveva già avuto un episodio di priapismo con quel farmaco, e Debora pensava alle cose più piacevoli per lei (no, Floriano non ne faceva parte) per inturgidire i seni ed indurire i capezzoli, e Floriano si rese subito conto di che gli stava accadendo. Avrebbe voluto tacere e fare finta di nulla, ma il dolore era diventato subito insopportabile, e Debora continuava a toccargli la patta dei pantaloni dicendo: "Povero caro! Ti fa male qui, qui e qui?"

Per colmo di perfidia, Debora telefonò a Rebecca dicendole: "Tesoro, adesso non posso venire con te. Ho un signore che ha assoluto bisogno di me. Vieni più tardi a casa mia, quando lui se ne va? Magari te lo presento e piace anche a te".

Floriano si dimenava per il dolore, ed il padrone del locale gli disse: "Lei mi sta spaventando i clienti. Vada subito in ospedale!"

Debora lo accontentò, e Giaele addormentò Floriano con una benzodiazepina, prima di trattarlo per il priapismo.

Poche sono le persone perfettamente sane, e Giaele trovò subito molti pretesti, oltre al priapismo, per trattenere Floriano in ospedale, mentre Giovanna, la luogotenente della caserma dei carabinieri, continuava a farlo piantonare dai suoi sottoposti.

Il piano per fuggire era fallito, tantopiù che a Floriano erano state sottratte le lenti a contatto rigide, ogni mattina gli misuravano una pressione arteriosa di 50/80 (forse gli somministravano un farmaco che la abbatteva), il cibo che gli davano a pranzo ed a cena, con il pretesto di intolleranze multiple, non avrebbe nutrito un micio, ed un signore vecchio ed un po' sordo ricoverato nella sua stanza guardava tutte le notti film pornografici in TV, commentando per giunta ad alta voce le performance degli attori e delle attrici, senza che nessuno glielo impedisse.

Se avesse tentato di lasciare l'ospedale, Floriano sarebbe svenuto prima di arrivare al cancello. Provò a lamentarsene con Giaele, ma quella gli rispose: "Quando ero praticante in ginecologia, le infermiere per scelta deliberata curavano le partorienti per prime e le abortenti per ultime. Lei crede di meritarsi cure migliori?"

Una nuova lamentela gli procurò una visita psichiatrica in cui gli furono diagnosticati disturbo antisociale di personalità, disturbo di personalità istrionico, disturbo di personalità narcisistico, disturbo schizotipico di personalità, disturbo borderline di personalità, disturbi parafiliaci di tipo sadico - e senza bisogno di inventarsi nulla! Lo avevano definito un uomo estremamente pericoloso, con una personalità simile a quella dei più spietati dittatori della storia, e rischiava non solo una condanna per le accuse di Antonia, ma pure il ricovero in Ospedale Psichiatrico Giudiziario una volta scontata la pena.

La psichiatra consigliò potenti neurolettici per prevenire accessi di rabbia, e Floriano si trovò a passare le giornate a letto in attesa del processo. L'avvocato d'ufficio intanto doveva fronteggiare un diluvio di accuse, perché le indagini bancarie avevano evidenziato sospetti pagamenti dall'estero, e Floriano era in Sardegna quando era avvenuto un misterioso omicidio a sfondo sessuale.

Il cadavere era stato bruciato, ma il RIS era riuscito a ricuperare una macchia di sperma intatta nei sedili dell'auto in cui era avvenuto il delitto, ed Antonia aveva consegnato a Giovanna il preservativo che Floriano aveva usato la prima volta che erano stati a letto insieme, conservato in congelatore. Il DNA combaciava, e l'ipotesi più probabile, compatibile con il suo profilo psicologico, era che fosse stato Floriano ad ucciderla.

L'avvocato dovette convincere Floriano a chiedere il patteggiamento, perché ormai era l'unico modo di evitare l'ergastolo. La misura di sicurezza, con il referto psichiatrico redatto in ospedale, e confermato da altre équipes mediche, non poteva più essere evitata.

Intanto l'AISE, esaminando tutti i dati che era riuscita a ricuperare, aveva concluso che Floriano era stato incaricato di creare una base spionistica in una città di mare della Sardegna, con un porto che non avesse eccessiva importanza, e non fosse pertanto troppo ben sorvegliato.

Per quella città sarebbero passati i rifornimenti per le spie dislocate in altre città dell'isola, ben più importanti anche strategicamente, e perciò meglio sorvegliate.

Il fallo d'oro sarebbe stato un bel nascondiglio, se avesse avuto dimensioni e pesi accettabili per una signora - ma la vanità e le parafilie consigliano spesso male.

[Fine]

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