Juno.00001.004 - Transizione - 004
Il rapporto tra Juno e Rebecca, da amichevole che era ridivenne amoroso, e con l'aiuto di Lucia, dell'ARCI di Nuoro, fu redatto lo statuto del Circolo "Ebraismo Umanista Sardo", configurato come Associazione di Promozione Sociale affiliata all'ARCI.
Il circolo fu registrato all'Agenzia delle Entrate di Nuoro la vigilia della Pasqua ebraica, quando secondo il mito il popolo ebraico si costituì in nazione, ed aveva come presidente Juno, vicepresidente Rebecca, tesoriera e segretaria Debora, consigliere Giaele e Giovanna (la luogotenente dei Carabinieri della città - lei si riservava però di lasciare la carica non appena si fosse trovato un sostituto).
Il comune concesse la biblioteca civica per la presentazione del Circolo, e si presentò un pubblico numeroso che fece tante domande, che si potevano ricondurre a tre argomenti.
Sul primo argomento, Juno ripetè quello che aveva detto a cena a Rebecca, Debora e Giaele: essere ebrei umanisti voleva dire far propria una cultura e voler aderire ad un popolo, non affiliarsi ad una religione - ed il circolo accettava volentieri chiunque fosse interessato alla cultura ed alla storia ebraica, indipendentemente dalla sua identità culturale ed etnica.
Sul conflitto israelo-palestinese, Juno disse che la sua opinione era che israeliani e palestinesi dovessero accettare la spartizione di Eretz Yisrael/Filastin, e per questo dovessero mettersi a trattare seriamente - i dettagli della spartizione li avrebbero discussi i diretti interessati.
Sulle questioni LGBTQIA+, Juno dovette ricordare quello che dice Ezechiele 16:49 - ovvero che Sodoma fu punita per la sua spietatezza con i poveri e gli stranieri, e che perfino il fondatore del cristianesimo era d'accordo, a leggere Matteo 10:1-15 e Luca 10:1-12.
Gli unici brani del Primo Testamento che affrontano inequivocabilmente l'argomento sono Levitico 18:22 e Levitico 20:13, che condannano però soltanto i rapporti anali tra uomini, in quanto cose indegne del popolo santo di Dio. Il rapporto tra Davide e Gionata (1 Samuele 18:1-4) era una storia d'amore, non solo una grande amicizia, su cui l'autore biblico non ha le parole di condanna che riserva invece all'episodio di Davide e Betsabea (2 Samuele 11-12); e pure il rapporto tra il "pais = ragazzo" ed il centurione (Matteo 8:5-13 e Luca 7:1-10) non viene condannato né dagli ebrei contemporanei di Gesù, né da lui stesso, anche se l'insolita benevolenza di un romano verso il proprio giovane schiavo era più che sospetta.
Ci fu chi evocò Genesi 1:27, "Maschio e femmina Dio li creò", e Juno rispose: "Lei mi invita a nozze. Le rispondo nel modo più semplice: se lei rilegge Genesi 1, scopre che Dio creò gli animali acquatici il quinto giorno (Genesi 1:20-23), e gli animali terrestri, uomo compreso, il sesto giorno (Genesi 1:24-31). Quando creò Iddio allora le rane, che sono animali anfibi, quindi sia acquatici che terrestri? Genesi 1 non ce lo dice, e non perché l'autore biblico ignorasse le rane: sono la seconda piaga d'Egitto (Esodo 8:1-16 - cfr. Salmo 77:45 e Salmo 104:30). L'unico modo per non accusare l'autore biblico di aver commesso un errore inescusabile è ammettere che egli non volesse redigere una classificazione completa degli esseri viventi. Anche per la frase: "Maschio e femmina Dio li creò" vale il medesimo ragionamento: il fatto che si parli lì solo di maschi e femmine non vuol dire che non esistano altri generi umani - allo stesso modo in cui il fatto che lì si parli solo di animali acquatici e terrestri non vuol dire che non esistano le rane".
L'osservazione fece ridere la sala, e Juno fu invitato a parlare della sua vita come donna trans; egli preferì non dire molto, ma annunciò che la sua avvocata stava istruendo la pratica per la rettificazione anagrafica del sesso.
Era ormai notorio in città che Juno e Rebecca stavano insieme, e questo diede il destro ad un prete cattolico della città di attaccare Juno in un sermone pronunciato in occasione del matrimonio di due giovani che avevano tanto amore e poco denaro, ma avevano deciso di formare comunque una famiglia, pur potendo invitare alle loro nozze solo il "minimo sindacale" sardo: 300 persone!
Juno incaricò Itria di querelare quel prete (cosa possibile perché lei era sbattezzata), dacché era stata ritenuta particolarmente infamante questa frase: "Beati voi che avete il coraggio di sposarvi e condividere le vostre responsabilità, al contrario di un 'istrangiu = persona di altro paese', che ci sta mostrando di che valori culturali e religiosi si fa portavoce facendo domanda di rettificazione di sesso per avere il pretesto di negare alla propria fidanzata la pienezza dei diritti del matrimonio!"
Itria raccolse un lungo dossier su Juno, quando si faceva ancora chiamare Leonida, e di come egli avesse sempre agito, con la parola e l'azione, per il matrimonio egualitario. Egli avrebbe voluto offrire alla sua nuova moglie gli stessi diritti, da Leonida o Juno, ma la legge italiana, anche per le pressioni della chiesa cattolica, glielo vietava.
Era dunque particolarmente odioso che un suo esponente ufficiale dell'ente che aveva messo Juno nell'impossibilità di sposare colei che amava desse a lei la colpa di questo.
Il vescovo si dovette inoltre schierare contro il prete, in quanto per la chiesa cattolica il transessualismo è una malattia che rende inetti al matrimonio cattolico, e quindi non aveva senso che il prete pretendesse che Juno mantenesse il nome Leonida per sposare Rebecca con tutti i crismi: se si fossero sposati in chiesa, il matrimonio sarebbe stato nullo.
Questo era quello che spaventava di più gli avvocati del vescovo, che si resero conto che gli insulti del prete erano gratuiti ed insensati, perché rimproverava Juno di fare proprio la cosa che la chiesa avrebbe raccomandato in quella situazione - qualsiasi cosa, ma non il matrimonio.
Proposero perciò a nome del vescovo di chiudere la causa senza clamore. Juno avrebbe voluto poter riempire la cattedrale di ranocchie come condizione per accettare le scuse del vescovo, ma Itria la convinse invece a chiedere l'acquisto dell'edizione Steinsaltz del Talmud (testo originale a fronte, con traduzione e commenti in inglese) - considerato che nel Medioevo il Talmud fu messo più volte al rogo su richiesta proprio della chiesa cattolica, questa richiesta era un magnifico contrappasso.
Arrivati i volumi, Juno aprì la biblioteca dell'associazione anche ai seminaristi cattolici, che però non trovavano da leggere solo le Miqraot Gedolot [edizioni ebraiche commentate della Bibbia], il Talmud, il Midrash, ed i commentatori delle successive generazioni, ma anche diversi autori ebrei LGBT o pro LGBT, da Magnus Hirschfeld a Daniel Boyarin, passando per Mario Mieli e Judith Butler.
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