venerdì 28 ottobre 2022

Gabriella.0004 - L'assenso

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Ciccio si svegliò sentendo che qualcuno lo stava pettinando, e vide la giovinetta che lo stava facendo.

“Ciao. Che fai? Chi sei?”, lui chiese, e la ragazza rispose: “Mi chiamo Minna. Ho ceduto all’istinto felino di pettinare colui a cui voglio bene”.

“Col pettine e non con la lingua. Brava”, rispose Ciccio, che si guardò intorno e vide altre tre ragazze che stavano preparando la colazione.

“Siete le ragazze in cui si è trasformata la mia gatta Gabriella?”, chiese Ciccio, e Minna annuì.

“Come vi chiamate? Come ci siete riuscite?”, chiese Ciccio.

“Io sono Anna”, disse quella che stava facendo il caffè; “Io sono Elisa”, disse quella che stava preparando dei panini con burro e marmellata; “Io sono Ida”, disse quella che stava tirando fuori dal frigo dello yogurt – e Minna spiegò: “Sappiamo anche leggere, non solo parlare. Così abbiamo letto stamattina la preghiera ad alta voce e siamo diventate umane”.

“E come avete fatto ad imparare a fare la colazione?”, chiese Ciccio, e Minna rispose: “Ricordiamo tutto quello che abbiamo visto e sentito da quando nascemmo in forma umana nel 1078”.

Ciccio provò con un po’ d’imbarazzo a chiedere alle ragazze: “Ehm … perché non vi vestite?”

“Perché quando eravamo la tua gatta non ci siamo mai vestite. Ti turba?”, rispose Minna, e Ciccio ammise: “Frequento abitualmente campi nudisti, non ho il diritto di emozionarmi. Semmai … una di voi non aveva il ciclo?”.

“Finito”, rispose Elisa, “Non macchio nulla”.

Ciccio si sedette a tavola con le ragazze, e chiese loro: “Volete diventare permanentemente umane?”

Le ragazze si misero a ridere, ed Minna disse: “Toh, ecco il primo che ce lo chiede. Nel corso dei secoli abbiamo dovuto scappare da chi ci voleva costringere a questo”.

“Non volete farlo?”

“È solo nel tuo secolo che una donna è più libera di una gatta”, disse Anna, ed Elisa aggiunse: “Meglio vivere libera acchiappando sorci che schiava mangiando bistecche”.

“Tu, Ida?”, chiese Ciccio, ed ella rispose: “I nostri umani sono stati scelti dalla Provvidenza per come amavano le gatte, non per come amavano le donne”.

“Non pensate che potrei essere diverso?”, chiese Ciccio, le donne tacquero per un attimo, ed improvvisamente si ritrasformarono nella gatta Gabriella.

“Cos’è successo? Che devo fare?”, chiese Ciccio, e la gatta, parlando con la voce di Minna, rispose: “Ci siamo distratte un attimo e ci siamo scordate di dire la preghiera per prolungare la nostra fase umana. Se ci dai da mangiare poi la recitiamo e ci ritrasformiamo”.

Ciccio diede a Gabriella una razione abbondante di crocchette, e la micia poté ritrasformarsi in Anna, Elisa, Ida, Minna – che però non erano sazie e divorarono quello che c’era in tavola.

“Sei sicura che ti convenga mantenere quattro ragazze anziché una sola gatta?”, chiese Minna, e Ciccio rispose: “Mi piacerebbe molto vivere con quattro ragazze. Il problema è che non potete rimanere senza documenti. Dovrei denunciarvi all’anagrafe, e non saprei come fare”.

“Non mancano gli avvocati a Bosa”, disse Anna, “Puoi chiedere a loro”.

Ciccio tacque un attimo, e poi si rivolse ad Elisa: “La gatta Gabriella è stata sterilizzata – le sono state rimosse le ovaie e l’utero. Com’è che tu hai il ciclo?”

“Me ne stupisco anch’io”, rispose Elisa, “Credo ci voglia una visita medica”.

“E ci vogliono dei documenti per questo”, osservò Ciccio.

“Il rabbino Yoel è un avvocato”, osservò Ida, “Così almeno dice il suo biglietto di visita”.

“Allora gli dico che acconsentite a diventare permanentemente umane”, chiese Ciccio, “E deve perciò pensare a denunciarvi all’anagrafe?”

Le quattro ragazze si guardarono, e Minna disse: "Si può evitare di rivolgersi a lui?"

"Perché?", chiese Ciccio, e Minna rispose: "Di te ci fidiamo del tutto, del rabbino Yoel un po' ci fidiamo, ma dei dieci maschietti che pregheranno per noi e dopo la trasformazione ci vedranno nude ci possiamo fidare?"

"Non li conosco", disse Ciccio, "Spero che il rabbino convochi solo persone per bene".

"In nove secoli e mezzo abbiamo assistito a tante violenze contro le nostre umane, che non siamo riuscite ad impedire", disse Minna, "Capisci ora perché ci fidiamo poco?"



(Segue)

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