Juno.00002.009 - Aspermer Syndrome Collection - 009

[Puntata precedente]

Il miglior cliente della banca dello sperma Aspermer fu Don Pietro - depositò molto sperma, che risultò anche molto richiesto perché il suo profilo genetico e psicologico risultava invidiabile anche per una banca dello sperma comune.

La banca riuscì a mantenere il suo anonimato, e quando un giorno Juno gli chiese se non gli rimordeva la coscienza, la risposta di Don Pietro fu: "Perché? Io per depositare lo sperma ricorro alla stimolazione elettrica della prostrata - tecnica che voi offrite ai cattolici scrupolosi come me. Non godo (vorrei vedere!), non cerco il godimento, non pecco!"

Però Don Pietro, pensò Juno, offriva il suo sperma a donne che non lo avevano sposato - era perlomeno complice del loro peccato.

Rosaria e Giorgio invece, dopo il matrimonio, scoprirono proprio nella banca dello sperma come farne a meno. Giaele sapeva che le persone Asperger sviluppano spesso dei feticci, su cui Rosaria non aveva mai voluto indagare.

Per fortuna il feticcio di Giorgio era banale: si eccitava pensando a fare l'amore con un'infermiera. Giaele vestì Rosaria da infermiera, e la mandò nella stanza in cui Giorgio avrebbe dovuto fare il suo deposito. Rosaria cominciò recitando la parte della premurosa infermiera, Giorgio reagì positivamente, anche Rosaria si eccitò, si buttarono sul letto - e l'anorgasmia di Giorgio svanì.

Anna sperava di trovare l'amore grazie alla banca dello sperma - anche se Juno le aveva detto: "Guarda che la banca dello sperma sta alla riproduzione come una darkroom al piacere!" - ma anche il suo sperma di donna MtF fu molto apprezzato.

Juno si fece coraggio e chiese a Rebecca se voleva avere un figlio con lei, ma Rebecca non se la sentiva di sacrificare la professione alla maternità, e temeva che l'avere un figlio la facesse sfiorire. Rispose perciò a Juno che non si sarebbe levata la spirale, ma non sarebbe stata gelosa se lei avesse donato il proprio sperma alla banca.

Juno ribattè: "E se usassimo il 'collection condom' per la bisogna?"

Rebecca rise e disse: "Mi stai chiedendo di fare l'amore indossando un preservativo speciale che raccolga lo sperma senza rovinarlo e consegnarlo poi alla banca Aspermer?"

"Perché no?"

"In effetti la tecnica raccoglie sperma di miglior qualità. Certo, immagino che dedicheresti a quest'opera buona tutto il tuo (ed il mio) tempo libero, e mi andrebbe anche bene. Affare fatto!"

Per fortuna la casa di Juno e Rebecca non era lontana dalla banca dello sperma, così i campioni furono sempre consegnati freschi, più volte al giorno.

Se Rebecca non voleva diventar mamma, Debora aveva invece questo desiderio, e si rivolse alla banca dello sperma - il profilo di donatore preferito da lei risultò essere quello di Juno.

Rebecca fu interpellata, e rispose alla sorella: "Lo prendi dal frigorifero e te lo metti dentro con la siringa! Juno è mia!"

Un pensierino su Debora Juno se l'era fatta, ma sapeva che andare a letto con la cognata voleva dire cacciarsi in un mare di guai - per cui lasciò che Debora usasse il sistema prescritto da Rebecca.

Nacque così una bella bambina di nome Rachele - Rebecca acconsentì a che Juno la riconoscesse, ma Itria avvertì che questo non era al momento possibile, in quanto non esisteva nemmeno un rapporto di coppia tra Juno e Debora.

Anche Giaele, dopo che Debora ebbe dato luce a Rachele, pensò che Juno avrebbe potuto renderla madre, e così nacque un'altra bimba di nome Lia.

Rebecca nel frattempo era riuscita ad assestare la sua vita professionale, e pensò che anche per lei era giunto il momento di dare una figlia a Juno, ed una cuginetta a Rachele e Lia.

Via la spirale, via il preservativo, tanto amore, ed infine nacque Dina - ed il comune di residenza degli sposi non potè opporsi ad inserire Juno nell'atto di nascita: era genitrice biologica, e l'aveva concepita imitando Adamo ed Eva!

Rebecca amò tanto Dina e rimpianse anche di aver aspettato tanto ad averla - ma forse proprio l'essersi prima occupata della fecondità altrui l'aveva fatta maturare tanto da desiderare di diventare feconda ella stessa.

[Fine]