domenica 8 ottobre 2017

Juno.00006.004 - Trinidad - 004


Il mattino dopo, Juno si era alzata per prima e stava preparando la colazione per tutte; entrò in cucina Yemoja, che l'abbracciò. Juno ricambiò l'abbraccio, ma si rese conto che non era puramente amichevole, non era uno di quegli abbracci sensuali che Yemoja non poteva fare a meno di dare anche alle amiche, ma trasmetteva attrazione vera e propria.

Juno staccò Yemoja da sè e provò gentilmente a chiedere: "Dormito bene? Come sta Xiuhe?" e lei rispose: "Temo che il rapporto con Xiuhe si stia sfaldando".

Juno ne era contenta, ma cercò di nasconderlo e chiese: "Che succede?"

"Sono sempre io a prendere l'iniziativa, a contattarla, a mandarle cose piccanti. Per carità, lei ricambia e sembra divertirsi un mondo - ma mi sto rendendo conto che sono molto più coinvolta di lei in questa storia. Temo che lei non mi abbia detto di smetterla solo perchè si sente in colpa per quello che mi è capitato".

"Perchè? Se una donna sposata tradisce il marito, tutti i rischi sono suoi, non di colui o colei con cui lo tradisce", osservò Juno.

"Però lei pensa che se non fosse andata a letto con me, mio marito non avrebbe chiesto il divorzio, e non sarei stata rinviata a giudizio".

Juno ribattè: "Sono un'avvocata in pensione, ma mi occupavo di diritto commerciale italiano, non penale nigeriano. Da quel po' che ho visto dei tuoi documenti, però, mi sembra che la denuncia per 'atti contro l'ordine della natura' sia stata fatta prima che tu andassi a letto con Xiuhe. Se nel tuo paese una persona viene condannata per una 'felony', che succede al suo patrimonio?"

"Hmm ... riformuliamo la domanda. Il 'felon', l'autore di una 'felony', non perde nulla che egli avesse guadagnato onestamente. Però gli standard per dimostrare che una cosa è stata malguadagnata sono meno rigorosi di quelli per la condanna penale. Molto spesso perciò, anziché cercare la 'prova diabolica' della colpevolezza, ci si limita a chiedere la confisca dei proventi del presunto crimine. Per ora mi hanno solo rinviato a giudizio per 'atti contro l'ordine della natura', ma se a qualcuno venisse in mente di accusarmi di prostituzione? Sarebbe ben difficile dimostrare che i miei beni sono tutti frutto lecito della mia attività di medico", spiegò Yemoja.

"Rilasciavi le ricevute o lavoravi in nero?", chiese Juno ed Yemoja rispose: "Secondo te?"

"Nemmeno in Italia i medici rilasciano sempre e comunque la ricevuta fiscale", concluse Juno, "Mi sa che sei in un bel guaio".

"Secondo me, mio marito ha chiesto il divorzio per prevenire una simile mossa. A quanto pare, ha dichiarato che io l'ho tradito per vizio e non per lucro. E poiché il divorzio è per colpa, lui si papperà gran parte del patrimonio comune. A quel punto non varrà certo la pena tentare una 'civil forfeiture', una confisca senza condanna, dei pochi beni che mi resteranno".

"Ne hai parlato con l'avvocato?"

"Dice che è uno scenario probabile, anche perché i media nigeriani dicono che nel paese le prostitute che si vendono alle donne non sono affatto rare, perciò l'accusa è assolutamente credibile", rispose Yemoja, "Comunque, come per gli ebrei d'antan, io conto sulla mia professionalità per vivere, non sul mio patrimonio. Sono sempre pronta alla fuga".

Juno riportò la conversazione su Xiuhe: "Puoi quindi dire a Xiuhe che lei non deve sentirsi in colpa: è stata solo la miccia che ha detonato una situazione esplosiva. Il vostro matrimonio doveva essere già in grave crisi".

"Gliel'ho detto", disse Yemoja, "Ma credo che lei comunque voglia vivere una vita senza di me".

"L'offerta di lavoro alla banca dello sperma è sempre valida".

Yemoja abbracciò nuovamente Juno, la baciò sulla guancia, ed appoggiò la testa sulle sue spalle; Juno la strinse, ma si sentì in dovere di precisare: "Lo facciamo per amicizia e perché ci conviene, non per chiederti cose 'particolari' in cambio".

"Lo so, e lo apprezzo molto", disse Yemoja, che non si trattenne dal dare a Juno un bacio sulle labbra - ma Juno preferì non aprirle e lasciare che il gesto fosse solo amichevole.

"Hai paura di me o di tua moglie?", chiese Yemoja, lievemente indispettita, e Juno rispose: "Rebecca ha detto che non avrebbe nulla in contrario, ma voglio fare quello che ho detto poco fa: prima ti mettiamo in condizione di vivere autonomamente, e poi stabiliamo che rapporti ci saranno tra te e noi".

"Sei una gentildonna rimasta in questo gentiluomo", disse Yemoja, e Juno, dopo aver sorriso un po', le chiese: "Una cosa però ti chiedo: ieri sera eri cotta di Xiuhe, stamattina stai già pensando a scaricarla. Come mai?".

"Sono stata sposata, non posso più comportarmi come una ragazzina che insegue dei sogni. Ho delle esigenze concrete che una persona a 2.500 Km da qui non può soddisfare. E temo che non le soddisferà mai, e che io stia aspettando inutilmente".

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