sabato 14 ottobre 2017

Juno.00006.012 - Trinidad - 012


Finchè Yemoja e Xiuhe si godevano (letteralmente) l'appartamento di Sassari, le sorelle Dejana e Juno non poterono far molto, ma quando loro due partirono per la convivenza di prova in Israele, subito cambiarono l'arredamento, in modo da renderlo perfettamente idoneo sia alla frequenza universitaria delle figlie (ognuna delle loro camere fu dotata di un letto matrimoniale, di armadio quattro stagioni, di scrivania e scaffale per i libri chiuso da delle antine di vetro - dettaglio su cui aveva insistito parecchio Juno, che soffriva di allergia alla polvere, e pensava che le antine avrebbe frenato il diffondersi degli acari dai libri alle lenzuola ed ai materassi), sia alle ammucchiate delle sorelle, con la loro grande camera con un letto a tre piazze ed un bagno privato ricavato in quello che nelle intenzioni del costruttore era un ripostiglio.

Per quanto indaffarate a divertirsi ed a visitare il paese d'Israele, Yemoja e Xiuhe ogni tanto si collegavano via Skype con le sorelle Dejana, e promettevano a Juno notti torride al loro ritorno in Italia - ma solo negli ultimi due giorni ammisero che avevano deciso di lasciare Israele e stabilirsi in Italia.

"Come mai?", chiese Rebecca via Skype, senza aver risposta; lei si voltò verso Juno, che aveva la faccia di chi aveva capito fin dall'inizio che sarebbe finita così, ma a Rebecca disse solo: "Le mie supposizioni valgono meno di un fazzoletto usato. Quando verranno a Sassari, ci spiegheranno tutto loro".

A Sassari si tenne un'altra cena naturista nell'appartamento rinnovato, e Yemoja spiegò tutto alle sorelle Dejana ed a Juno: "Israele è un magnifico paese, ma il razzismo lì è estremamente virulento".

Juno silenziosamente annuì col capo, Rebecca lo notò con sdegno, e Yemoja riprese: "Me ne sono resa conto quando ho visto tante donne anziane caucasiche accompagnate ai parchi pubblici da delle badanti asiatiche. So che in Europa occidentale la maggior parte delle badanti viene dall'Europa orientale, e mi sono stupita parecchio del fatto che Israele non avesse imitato questo esempio ..."

Xiuhe intervenne: "Ho spiegato a Yemoja che il governo israeliano ha stipulato un accordo con quello filippino per l'invio di un nutrito contingente di badanti ..."

"Ed io mi sono dovuta chiedere perché proprio alle Filippine le hanno chieste, e non ad altri paesi", disse irata Yemoja, "E la spiegazione me l'ha data una mappa che indicava la provenienza degli ebrei israeliani: quasi tutti europei, una quantità non trascurabile dall'Africa e dal Vicino e Medio Oriente, Xiuhe è una delle poche ebree di aspetto asiatico".

"La conclusione che ha tratto Yemoja", spiegò Xiuhe, "Era che il governo israeliano avesse bisogno di badanti straniere che non riuscissero a 'passare' da ebree, perché il loro aspetto le avrebbe tradite".

"Esatto: si è creata scientemente una situazione simile a quella americana di prima della Guerra di Secessione", quasi strillò Yemoja, "In cui i bianchi erano liberi fino a prova contraria (ovvero, che erano schiavi finché non estinguevano un loro debito), i neri schiavi (per la vita!) fino a prova contraria. Xiuhe ha la prova contraria, può dimostrare di essere ebrea, e chi ci prova a trattarla male, non appena vede il certificato di ebraicità si scusa e la tratta con il rispetto dovuto a tutti gli esseri umani. A me non mi hanno mai trattato male in Israele, perché il dubbio che io fossi ebrea c'era, ma non è che posso essere felice di una situazione così. Un'ingiustiza non mi rende felice solo perché non ne sono vittima!".

"Capisco", disse Rebecca, e Juno rincarò: "Avevo notato questo l'ultima volta che mi ero recata in Israele, e pensai: 'Capita anche in Italia che un immigrato clandestino distrugga i suoi documenti per rendere impossibile identificare se stesso ed il paese in cui rimpatriarlo. Un accordo del genere invece consente alla polizia israeliana, ogni volta che rinviene una persona di aspetto asiatico senza documenti, di caricarla senza complimenti sul primo aereo per le Filippine facendosi meno domande sul che ne sarà di chi vende la sua auto usata'".

"Juno, potevi dircelo che ci sarebbe capitato questo!", disse Yemoja, e Juno rispose: "Un'ebrea spera sempre che il suo paese migliori. Sono delusa come te".

"In ogni caso, mi ha convinta a venire a vivere a Sassari", disse Xiuhe, "Avete altre informazioni su quell'appartamento con negozio?"

"C'è stato il quarto ribasso", rispose Rebecca, mostrando loro la scheda dell'immobile redatta dall'agenzia immobiliare, e Juno chiese bruscamente: "Come pensate di pagare?".

Xiuhe rispose: "Posso pagare quel prezzo con un bonifico. Se ci sono ulteriori tasse e diritti, non posso pagare anche quelli".

"Uhi", disse Rebecca, e Juno disse: "Forse c'è una soluzione: chiedete un prestito ad una banca e facciamo da garanti".

"Chi nasce mallevadore muore pagatore", disse Rebecca, e Juno rispose: "Se Yemoja e Xiuhe si presentano ad una banca, è improbabile che essa presti loro il denaro, e se lo fa pretende tassi al limite dell'usura. Se garantiamo noi, la concessione è certa ed il tasso abbordabile".

"E come rimborsate il prestito?", chiese Rebecca, e Yemoja e Xiuhe risposero: "Apriremo uno studio medico. Vuoi che due ginecologhe abilitate non trovino delle clienti?"

Giaele rispose: "I medici in Italia scarseggiano, ma voi due faticherete a trovare lavoro. L'ideale sarebbe per voi iscrivervi al Servizio Sanitario Nazionale, ma le graduatorie sono piene. Vi conviene provarci lo stesso, ma intanto dovrete davvero aprire uno studio medico e dedicarvi alla libera professione".

"Oltretutto", osservò Rebecca, "la ginecologia esige non solo perizia tecnica, ma anche fiducia e feeling tra medico e paziente. Difficilmente una donna cambia ginecologo, ed il crollo della natalità non vi porterà tante nuove pazienti".

"Non esagerare, Rebecca", disse Giaele, "Se il tuo ginecologo va in pensione, oppure trova tutte le scuse per non prescriverti il contraccettivo che fa per te, oppure sottovaluta i tuoi disturbi (capita anche questo), uno nuovo te lo devi cercare".

Juno intanto stava confrontando dei mutui copiandone le specifiche da Internet ed incollandole su eXcel, ed alla fine chiese: "Giaele, due anni bastano secondo te ad avviare uno studio medico?"

"Diciamo che bastano sei mesi per capire se lo studio funzionerà o meno", rispose Giaele, e Juno spiegò: "Ho trovato un'interessante proposta di mutuo ventennale, con preammortamento di 24 mesi - ovvero, per due anni paghereste solo gli interessi. E sono appena la metà dell'affitto che vi pagheremmo (a prezzo di mercato) trasferendo la banca dello sperma da voi".

Xiuhe guardò Yemoja e disse a Juno: "In pratica, voi ci sovvenzionereste per due anni, pagando il mutuo e dandoci pure del denaro per vivere?"

"Esatto. Avete due anni per avviare lo studio", disse Juno", "Dopo vi cederemmo la banca dello sperma, se vi interessa gestirla".

"Sarebbe una bella idea", disse Yemoja, e Giaele aggiunse: "Se io non mi devo più occupare della banca dello sperma, posso anche realizzare il sogno della mia vita ..."

"Sposare Dalia?", chiese Rebecca, e Giaele rispose: "E partecipare al concorso per allievi ufficiali in ferma prefissata - la mia ambizione è diventare medico di bordo".

"Bello!", disse Debora, che aggiunse: "Ti avverto che un ufficiale reclutato in quel concorso può diventare al massimo capitano di vascello - codice NATO OF-5, l'equivalente del colonnello nell'esercito. Dalia è entrata da giovane nell'accademia navale, e può ambire a qualsiasi grado, anche Capo di Stato Maggiore della Difesa, codice NATO OF-10. Sei disposta ad obbedirle quando sei in servizio?"

"Chi entra nelle forze armate sa che deve obbedire. L'OF-10 obbedisce alla bandiera, cioè al Capo dello Stato. L'obbedienza è l'ultimo dei problemi per me".

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