Juno.00006.005 - Trinidad - 005
Il mattino dopo, mentre Juno gestiva al computer i conti di casa, Rebecca stava preparando la colazione in cucina. Yemoja entrò e, mentre regolava la temperatura dell'acqua del bollitore del caffè verde (lei preferiva una temperatura di soli 35° C, mentre il resto della famiglia voleva acqua a 45° C - oltre i 47° C non si può più parlare di crudismo), appoggiò il suo seno sinistro alla scapola sinistra di Rebecca.
Rebecca sentì il contatto, e colta di sorpresa ridacchiò - ma volle far finta di niente, perché poteva essere benissimo un caso; ma quando poi Rebecca si chinò per prendere della frutta dal frigo, e Yemoja, volendo invece prendere dei wafer crudisti, si trovò a poggiare il suo monte di Venere sui glutei e sulla vulva di Rebecca, quest'ultima dovette concludere che non era un caso.
Si alzò arrossita, con i capezzoli eretti, e chiese sottovoce: "Yemoja, che stai facendo?" Yemoja le sorrise, l'abbracciò, ed accostò le sue labbra a quelle di Rebecca. Rebecca lasciò che le loro labbra si toccassero, ma non aprì le sue. Poggiò le sue dita sulle guance di Yemoja, e delicatamente l'allontanò da sè.
Quando poterono guardarsi negli occhi, e Yemoja provò a sorriderle, Rebecca rispose: "Sei pazza! Ma che ti salta in mente?"
"Non hai autorizzato Juno a provarci con me?", chiese Yemoja, e Rebecca, arrossendo e ridendo, rispose: "Solo se a te piace. Non voglio essere la mandante di una violenza o molestia sessuale".
"Non ti piacerebbe farlo anche tu con me?", chiese Yemoja, e Rebecca si sentì colta di sorpresa: Yemoja era una bella donna, ma Rebecca non aveva mai ricevuto una proposta esplicita - era sempre lei a farle, e non aveva voluto farne a Yemoja perché ... si sentiva a posto avendo rapporti con Juno e le sorelle.
Ora le cose cambiavano. Certo, degli uomini con lei ci avevano provato, ma lei non li ricambiava e li aveva subito rimessi al loro posto - invece una donna ora le chiedeva di farlo con lei. Si sentiva lusingata, eccitata e ... spaventata. Non era più lei a guidare il gioco, come invece aveva fatto anche con Juno, che fu sedotta da lei quando ancora si chiamava Leonida, ed aveva già un'identità di genere abbastanza femminile da interessarla.
Ora riusciva a dire solo: "Come lo vuoi fare?", ed Yemoja la abbracciò di nuovo, e questa volta potè baciarla sulla bocca. Rebecca disse: "Lo hai già fatto con Juno? Lo vuoi fare?", e Yemoja rispose: "Non ancora, lo vorrei".
Rebecca la prese in mano e la portò nello studio di Juno - che, per sua fortuna, aveva appena finito col computer. Juno girò la sedia, vide le due donne che si tenevano per mano e la guardavano con desiderio, si alzò e disse: "Andiamo nell'altra stanza. Il letto ha solo due piazze, ma sempre meglio di questa poltrona!"
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