giovedì 12 ottobre 2017

Juno.00006.009 - Trinidad - 009


Quando Xiuhe arrivò all'aeroporto di Olbia, Juno si era decisa infine ad acquistare un nuovo furgone frigorifero, a quattro posti, che permise a Rebecca e Giaele di recarsi a Sassari con le loro figlie Dina e Lia, mentre Juno con il furgone a tre posti aveva portato Yemoja all'aeroporto per incontrare Xiuhe che scendeva dall'aereo.

Come farsi riconoscere in mezzo ai tanti familiari? Juno disse a Yemoja di appostarsi all'uscita dell'area ritiro bagagli sollevando un cartello con la scritta "Qabalat Neshiqot". Quando Xiuhe lo vide, scoppiò a ridere, ed andò a ritirare ciò che le era stato promesso.

Yemoja fu contentissima dei baci di Xiuhe, ma le chiese: "Non mi ha detto Juno che vuol dire il cartello. Non è che ti ho promesso una settimana in cui non sappiamo nemmeno se fuori c'è il sole o la luna?"

"Se vuoi sposto il volo di ritorno appunto di una settimana", rispose arrossendo Xiuhe, che poi spiegò: "'Qabalat Neshiqot' significa 'Ritiro baci'. In ebraico 'neshiqah' vuol dire 'bacio', 'nesheq' vuol dire 'arma', e negli aeroporti israeliani c'è il cartello 'Qabalat Nesheq = Ritiro armi', dove chi viaggia armato può consegnare o riprendersi la sua arma".

"E l'ebrea pacifista Juno vorrebbe sostituire tutti i cartelli negli aeroporti israeliani", disse ridendo Yemoja, e Xiuhe rispose: "Sarebbe bellissimo, ma non so quando sarà possibile".

Juno offrì da bere a Xiuhe ed Yemoja, e poi spiegò: "Abbiamo pensato di offrirvi ospitalità nel nostro appartamento di Sassari, molto vicino al luogo del convegno. Io vi porterei direttamente lì. Mia moglie Rebecca e mia cognata Giaele sono già lì e stanno preparando la cena per tutte quante".

Yemoja precisò: "Io ho le chiavi, e mi sono permessa di farne una copia anche per te, per il caso noi due dobbiamo uscire separatamente ...".

"Ottima idea", commentò Xiuhe, e Yemoja aggiunse: "C'è però una condizione: una sera ogni due Rebecca, Giaele e Debora vengono nel nostro appartamento a fare l'amore".

"C'è una stanza per loro?", chiese Xiuhe, e Juno rispose: "Si. Non vi disturberete a vicenda". Xiuhe allora disse: "Siamo a posto, allora. Se servono dei buoni consigli glieli possiamo anche dare".

Caricati i bagagli di Xiuhe sul furgone, Juno si sedette alla guida, e Yemoja e Xiuhe nei due sedili a fianco. Uscite dall'aeroporto, Yemoja cominciò a baciare Xiuhe appassionatamente ed a carezzarla lascivamente; Xiuhe avrebbe voluto ricambiare, ma si sentiva inibita, e Juno disse: "Sono un'autista molto professionale. Non vedo voi, vedo solo la strada. Ed in Sardegna è raro trovare case isolate fuori dagli abitati - non vi vedrà nessuno. Fate pure quello che vi piace".

Xiuhe constatò che la campagna era appunto deserta, una deliziosa luna piena ispirava anche lei, Juno reclinò parzialmente lo schienale del loro sedile, e le due donne fecero quello che a loro piacque finché Juno non dovette dire: "Fra pochi minuti entriamo in città. È meglio che vi rivestiate, fanciulle".

L'appartamento di Sassari era veramente grande - anche nelle tre stanze destinate alle figlie era possibile inserire un letto matrimoniale. Aprì la porta Rebecca, che aveva indosso solo una vestaglia, così come Giaele e Debora, mentre le tre figlie erano come mamma le aveva fatte.

Xiuhe e Yemoja capirono che sarebbe stata una cena naturista e sorrisero, e Juno disse: "Qui ci sono due bagni con doccia. Ognuna scelga il suo e poi si sieda a tavola. La cena è crudista e quasi pronta".

Xiuhe guardò uno dei bagni e disse: "La cabina doccia è abbastanza grande per entrambe. Vieni qui dentro con me, Yemoja?"

Tutte sorrisero, e Juno disse: "Ho capito, io approfitto dell'altro bagno".

A cena Xiuhe parlò della sua vita di cinese proveniente da un'antica famiglia ebraica - la comunità di Kaifeng era stata fondata verso il 9° Secolo EV da ebrei provenienti dalla Persia o dall'India, ma le era stato difficile mantenere i contatti con il resto del mondo ebraico, e si era con il tempo assimilata.

Sua madre aveva voluto ritornare alle sue radici, e per por fine ai dubbi sul suo stato aveva deciso di convertirsi all'ebraismo ortodosso - perciò Xiuhe era ebrea per nascita. Aveva la passione per la medicina ed un padre che le aveva insegnato il valore della sessualità baciando spesso e pubblicamente la mamma, e perciò Xiuhe decise di studiare ginecologia.

Era venuta a contatto sia con gli insegnamenti taoisti che con quelli cabalisti sulla sessualità, e stava scrivendo un libro in cui cercava di ibridare le due tradizioni. Personalmente però, lei si sentiva più una teorica che una pratica della sessualità, anche perchè le era difficile trovare persone che la facessero sentire a suo agio. L'unica era stata Yemoja, una donna con un background molto diverso dal suo.

Juno osservò: "Delle affinità ci sono, però, tra la tradizione yoruba e quella cabalistica. Per quel po' che sono riuscita ad imparare finora, gli 'Orisha' non sono divinità, ma ricettacoli dell''ashe', l'energia che fluisce dall'Essere Supremo".

Xiuhe disse: "Un ruolo simile a quello delle Sefirot nella Qabbalah, che sono ricettacoli della luce divina".

Yemoja: "Ci sono aspetti della mia religione che la fanno somigliare anche al cristianesimo: l'Essere Supremo ha tre manifestazioni: Eledumare, il creatore; Olorun, il re dei cieli; Ofi, il veicolo tra il cielo e la terra".

"Ad essere pignole, le persone della Trinità non sono semplici manifestazioni di Dio", osservò Debora, "Ma la somiglianza tra Eledumare, Olorun ed Ofi, ed il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono notevoli!"

"Ho il sospetto che potrei guadagnare molto se io cercassi di insegnare la mia religione all'università", osservò Yemoja, e Juno concordò, ma disse: "Ne possiamo parlare prossimamente. Magari potrei farti da cavia per un corso di questo tipo".

"Oppure insegnarmi come creare un'associazione volta allo studio ed alla promozione delle tradizioni yoruba", disse Yemoja.

"Potremmo organizzare un convegno in cui promuovere il dialogo interreligioso tra i monoteismi abramitici e quello yoruba", osservò Juno, "E lì lanciare l'associazione".

"Tra l'altro", osservò Debora, "Il 'dialogo interreligioso' finora si è svolto solo tra quelle che i mussulmani chiamano 'religioni del libro', includendo in esse l'induismo ed il buddismo, in quanto basati su scritture rivelate. Le tradizioni yoruba sono state messe per iscritto solo nel 20° Secolo EV, ed anche se hanno attirato l'attenzione degli studiosi, ciò non toglie che l'atteggiamento dei cristiani nei loro confronti continui ad essere quello di evangelizzare chi ci crede, non di dialogare con loro. La loro fede non viene rispettata allo stesso modo in cui si rispettano l'ebraismo e l'islam".

"L'avere un 'testo sacro' fa la differenza ai nostri miopi occhi di occidentali", commentò sconsolata Juno, ed Yemoja disse: "Mi state affidando un compito mostruoso: cambiare la percezione che si ha in Europa della mia fede!"

Juno disse: "Credo che Xiuhe possa confermare che gli ebrei come noi due non desiderano giudaizzare l'intero mondo - vogliono solo che tutti i popoli e tutte le persone pratichino la giustizia ed il diritto. Non c'è bisogno di cambiare religione per questo".

"Infatti", rispose Xiuhe, "Mi va benissimo dividere la mia vita con un'Iyalawo come te, anche se Esdra avrebbe avuto da ridire".

"Perchè siete due donne", rise Juno, "Penso che l'eguaglianza di genere lo avrebbe turbato di più della differenza etnica".

Giaele provò ad inserirsi nel discorso: "Sono contenta dei vostri progetti. Però vorrei che soddisfaste una mia curiosità: qual era il tema del convegno che fu galeotto, cioè che vi fece conoscere e vi mandò a letto insieme?"

Yemoja e Xiuhe risero e risposero: "L'orgasmo nella gravidanza, nel parto e nell'allattamento".

Anche Rebecca, Giaele e Debora risero, mentre Juno fece una domanda: "Capisco nella gravidanza, e nell'allattamento, ma non capisco come possa una partoriente pensare all'orgasmo in quel momento".

Rebecca, Giaele e Debora si guardarono tra loro imbarazzate, Xiuhe fece finta di niente, Yemoja, che aveva un po' più di confidenza, diede un'occhiata ironica al "pacco" di Juno, poi guardò Xiuhe scuotendo la testa come per dire: "Quello che ho visto spiega la domanda", e Xiuhe provò a spiegare a Juno uno dei misteri delle donne cis: "Juno, se chi ha genitali maschili produce vasopressina al momento dell'orgasmo, chi ha genitali femminili produce ossitocina, la quale provoca delle contrazioni uterine che contribuiscono al piacere sessuale".

"L'ossitocina non viene prodotta anche durante il parto?", chiese Juno, e Xiuhe rispose: "Appunto. In quantità molto superiori perché la contrazione deve essere molto più efficace - c'è almeno un bambino da spingere fuori".

"Mi stai dicendo che le contrazioni uterine possono essere vissute come orgasmiche?!?", chiese Juno e Xiuhe rispose: "Per l'appunto. Lo scopo del convegno era condividere le tecniche escogitate per massimizzare il piacere minimizzando il dolore. Anche per ridurre la preoccupante incidenza di parti cesarei".

"Una cosa che rimpiangerò sempre di non poter provare", disse Juno, e Rebecca rispose: "Guarda che il dolore del parto è sempre fortissimo. Il piacere che si può provare aiuta solo a sopportare il dolore. Credo che le tecniche di cui si è parlato nel convegno siano ancora sperimentali".

"Esatto", disse Xiuhe, "io ed Yemoja ci eravamo tanto infervorate a descriverle, che alla fine le abbiamo provate su noi stesse quella sera stessa!"

Yemoja scoppiò a ridere, un po' per l'imbarazzo, un po' perchè erano riemersi dei bei ricordi, ma Dina, la figlia di Rebecca chiese: "Mamma, cos'è l'orgasmo?"

Rebecca rispose: "Il grande piacere che possono darsi due persone grandi che si amano, e che le aiuta a rimanere insieme".

Tutte apprezzarono la risposta, mentre Debora portava in tavola i cibi e si cominciò a mangiare.

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