lunedì 18 settembre 2017

Juno.00004.004 - Mariscuola Maddalena - 004


L'edificio di cui parlava Juno era stato acquistato appena l'anno prima - il proprietario purtroppo si era gravemente ammalato, ed aveva deciso di estinguere il mutuo perché sapeva che avrebbe schiacciato gli eredi, che avevano già le loro case.

Juno volle essere generosa e propose di ricavare al pianterreno (alquanto ampio) un bilocale con diritto d'abitazione per l'ex-proprietario, in modo che egli potesse vivere i suoi ultimi mesi almeno in una parte di quella che era la casa dei suoi sogni, ma il possibile beneficiario rispose sdegnosamente di no.

"Transfobia", pensò Juno, "Ma non posso insistere a fare del bene a chi non ne vuole".

Poiché tutti i problemi che poteva avere l'edificio erano stati risolti con la precedente compravendita, e non c'erano mutui da chiedere, il rogito fu fatto in poche settimane. Rebecca rivendette la cucina del ristorante per far spazio ai germogliatori (non risultava pratico farsi portare tutti i giorni i germogli da Bosa), ed il ristorante "Miqdash me'at = Piccolo santuario" aprì anche alla Maddalena.

Mariscuola aveva comunicato intanto a Juno, Rebecca e Giaele che avevano vinto il concorso ed a breve avrebbero cominciato l'anno scolastico - giusto in tempo per completare il trasloco. Giaele avrebbe voluto portarsi in casa Dalia, ma Rebecca e Juno le fecero notare che mettersi a convivere troppo presto può destabilizzare una relazione - le consigliarono perciò di portare pazienza.

Il ristorante cominciava a tirare, ma Rebecca dovette tornare alla carica con Juno: "Amore, a questi grossisti ordino delle derrate, ed i loro camion ce ne consegnano altre. Non si rendono conto che quella che per loro è una minima differenza è per me uno scadimento inaccettabile, e mi tocca scartare buona parte di quello che portano. Sta diventando conveniente comprarle dal fruttivendolo - quello che vedo e scelgo porto al ristorante".

"Che dobbiamo fare?"

"Ci vuole il famoso furgone frigorifero: faccio caricare sul furgone davanti ai miei occhi la frutta e la verdura che ho scelto e pagato, e la porto qui. Oltretutto, il furgone non paga il traghetto come un camion".

"E va bene, sei tu l'ingegnera, scegli tu il mezzo che ci conviene. Non è che per caso ci vogliano due furgoni - uno anche per Bosa?"

"Non osavo proporlo".

"Per quanto riguarda il campeggio naturista?"

"La domanda di concessione è stata accolta - il nostro campeggio separerà ancora più nettamente il tratto di spiaggia naturista per tradizione dal resto. Chi vuole andarci gratis e scomodo sarà ancora più protetto dai 'tessili' (guardoni, esibizionisti, poliziotti che argomentano che le nudità altrui non sono abbastanza nascoste), chi è disposto a pagare, verrà da noi. Ovviamente, chi vuole mangiare ha bisogno di cibo, ed anche per questo conviene avere il furgone".

"Non posso occuparmi da sola di due ristoranti", osservò Juno, e Rebecca rispose: "Tu ti occupi del campo naturista e del suo ristorante, di quello qui al porto ci occupiamo io e Giaele".

"Ma avrete anche il tempo di occuparvi dei compiti degli alunni, e delle vostre professioni di dottora ed ingegnera?"

"Si vede, amore, che sei stata assegnata alla nascita al sesso maschile! Noi assegnate alla nascita al sesso femminile siamo abituate a fare i salti mortali fin dalla culla! Non risparmieremmo tempo facendo da mangiare solo per la famiglia anziché per tutti i clienti del ristorante!"

"Colpita ed affondata! Va bene, facciamo così. Quando facciamo il trasloco del campeggio da Bosa a Caprera?"

"Una parte dei prefabbricati li portiamo là già a dicembre. Sono quelli che non siamo mai riusciti a riempire, perché ne avevamo comprati troppi".

"Giusto. Abbiamo solo le spese di trasloco e posa di cavi e tubi".

"Esatto. Non ci sta andando male".

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