mercoledì 25 ottobre 2017

Juno.00006.019 - Trinidad - 019


Pian piano Yemoja e Xiuhe ripresero ad essere donne e dottoresse, non solo madri e balie; Yemoja scoprì che non aveva vinto il concorso per operare nel punto maternità de La Maddalena, ma le fu invece comunicato che aveva vinto un altro concorso.

Giaele infatti le aveva consigliato di partecipare anche ad un concorso dell'ASL di Oristano, per l'ospedale di Bosa, città d'origine delle sorelle Dejana, in cui Debora continuava a tenere aperta la gioielleria di famiglia, la banca dello sperma "Aspermer", il ristorante vegano crudista naturista "Pardes Rimmonim", con campo nudista annesso - e Yemoja quel concorso lo sostenne prima del parto, vincendolo appunto.

Juno disse: "A questo punto non si sposta nulla da Bosa - nè la banca dello sperma, nè il ristorante. Però alla scadenza della concessione demaniale, il campo nudista verrà per forza chiuso. Xiuhe ha fatto domanda di ricongiungimento familiare (in quanto unita civilmente con una rifugiata in Italia), ed una volta ottenuta le affideremo la gestione di Aspermer, se lei accetta".

Xiuhe disse: "A noi va bene. Del ristorante, non dicevi di venderlo?"

"Nessuno lo vuole comprare. Un ristorante vegano crudista naturista è una patata troppo bollente!", rispose Juno.

"Potremmo trasformarlo in un ristorante fusion", propose Yemoja, "Io posso proporre piatti africani ed afro-latini, Xiuhe cinesi di tre province, voi piatti italiani e sardi. Sempre in un ambiente naturista".

"Non è facilissimo elaborare versioni crudiste di ricette tradizionali. Non promettete quello che non riuscireste a mantenere", avvertì Juno, mentre Giaele, arrivata in ritardo alla riunione di famiglia, dopo aver approvato le decisioni già prese e riassuntele, disse che c'era un serio problema familiare: lo zio Giacomo stava per morire.

"Di che cosa?", chiese Yemoja, e Giaele rispose: "Glioblastoma multiforme".

Yemoja e Xiuhe sgranarono gli occhi: pur avendo un'altra specializzazione, sapevano che quello era il più grave dei tumori cerebrali. Vollero però chiedere: "È per caso a predisposizione ereditaria?"

Giaele rispose: "Solo nel 5% circa dei casi si sospetta una componente ereditaria. E quel tumore, per motivi ancora sconosciuti, ha una prevalenza maggiore tra i maschietti. Le vostre (e le nostre) figlie possono star tranquille".

Debora chiese: "È per questo che lo zio era ultimamente sempre più strano?"

Giaele rispose: "I tumori cerebrali spesso mutano la personalità di chi ne è affetto".

Yemoja aggiunse: "E molti altri tumori danno per primo sintomo la depressione. L'organismo depauperato e sotto attacco economizza le energie".

Rebecca disse: "Mi ricordo che lo zio era il primo omosessuale che conobbi - al di fuori di me e delle mie sorelle. Credo di essere stata la prima a cui abbia fatto il coming-out".

Giaele disse: "Ti aveva proposto di essere la sua 'barba', come dicono gli americani, ovvero di coprirvi a vicenda".

"Perchè per lo zio era meglio passare da perverso che da 'frocio'", rispose Rebecca, e Debora disse: "Avremmo dovuto capire quello che stava accadendo quando la sua badante è scappata dalla sua camera strillando: 'Aiuto! Mi aggredisce!'".

"Eh già", disse Giaele, che poi spiegò alle mezzo divertite e mezzo inorridite Yemoja, Xiuhe e Juno: "Era semplicemente accaduto questo: la badante, dopo anni in cui poteva lavargli le parti intime senza 'rischio', si è trovata improvvisamente di fronte ad una bella erezione nata spontaneamente, senza che lei lo avesse toccato. Lei ha creduto che lui si fosse eccitato pensando intensamente a lei, e si è parecchio spaventata temendo un'aggressione".

Debora chiese: "Forse il tumore ha mutato il suo orientamento sessuale?", e Giaele rispose: "I tumori cerebrali provocano disfunzioni sessuali, ma sarebbe stata la prima volta in cui si registrava un effetto simile. Per me, il tumore ha compromesso l'equilibrio tra i centri eccitatori ed inibitori nel cervello e nel midollo spinale (le erezioni sono controllate lì), causando ciò che ha spaventato la badante - senza che lo zio potesse farci nulla".

"Andiamo a trovarlo?", chiese Juno, e Giaele rispose: "Conviene. Fatica sempre più a riconoscere le persone, e non vivrà a lungo".

"Tra l'altro, ci lascerà una bella eredità", osservò Rebecca.

"Che intendi dire?"

"Lo zio, appunto perchè omosessuale, non si è mai sposato", disse Rebecca, "Ha avuto qualche fidanzata, ma le voci su di lui correvano, ed erano curiosamente loro a chiedergli la 'prova d'amore'".

Juno si mise a ridere, e Rebecca spiegò: "Mettiti nei loro panni, amore: mi avresti sposata se fossi stata incapace di saziare le tue immense e molteplici voglie?"

"Certo che no", rispose Juno continuando a ridere, e Rebecca continuò: "Non lascia nè vedova nè figli - se non c'è un testamento (ma non credo), ereditano tutto i fratelli, cioè nostra madre, la sua unica sorella".

"Ma la mamma è morta!", ribattè Debora, e Rebecca rispose: "Appunto: noi ereditiamo 'per rappresentazione', ovvero quella che sarebbe stata la sua parte viene divisa comunque tra noi che siamo le sue discendenti".

"E che ereditate?", chiese Juno, e Rebecca rispose: "Un palazzo con un bel cortile sulle rive del fiume Temo, vicino alla chiesa 'Stella Maris'".

Yemoja pensò un attimo alla visita che aveva fatto alla città di Bosa tempo prima, e chiese: "Stella Maris è la Madonna che protegge i naviganti?"

"Sì", rispose Debora, che aggiunse: "Si afferma che quella chiesa sia sorta nel 1686 sul luogo in cui nel 1675 approdò una statua della Madonna alla deriva sul mare - si ritiene fosse la polena di una nave. Nessuno l'ha rivendicata, ed ora è dentro la chiesa".

"Si può andare a vedere quel palazzo?", chiese Yemoja, e Xiuhe chiese: "Amore, vuoi andare a vivere lì?"

"Sto chiedendomi se non sia il posto giusto per i nostri studi medici, per la banca dello sperma, per la nostra casa e ... per un''Ilê Axé'!"

"Cioè?", chiese Rebecca, e le rispose Juno: "Una casa per il culto degli Orisha di cui Yemoja è sacerdotessa".

Debora intervenne: "Ho studiato il 'candomblè', la forma brasiliana del culto degli Orisha, per un esame, e perciò uso di solito il termine brasiliano 'terreiro' al posto dello yoruba 'Ilê Axé'. A giudicare dalle illustrazioni del mio libro di testo, il palazzo dello zio, e soprattutto il cortile, potrebbero fare al caso tuo".

"Lo zio abita proprio in quel palazzo", disse Giaele, "Se andiamo a trovarlo, Yemoja può accompagnarci ..."

"Non solo lei!", disse Xiuhe, e Giaele si corresse: "Giusto, coloro che sono interessate ad occupare e magari ad acquistare il palazzo".

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