giovedì 16 agosto 2018

Juno.00014.000 - Misr - 000

[Inizio]

Yemoja e Xiuhe divisero le placente in due modelli: il più lussuoso nutriva le persone attraverso i loro ombelichi, le lavava pure carezzandole con le sue foglie, forniva loro riscaldamento e raffrescamento a seconda della stagione, nonché elettricità, connettività internet e perfino luce artificiale a richiesta; il modello base invece germogliava sulla riva del mare, produceva solo frutti gustosi di ogni clima, e si espandeva su ogni terreno su cui veniva sparso uno strato di feromoni - in questo modo poteva dissodare i deserti, senza però invadere i terreni in cui non era desiderata. Il modello lussuoso poteva essere dotato di utero, capace di generare umani e robot.

I due tipi di placenta potevano essere facilmente scambiati - per cui su un terreno destinato originariamente alla placenta base si potevano piantare placente lussuose, per facilitare l'insediamento umano, e viceversa per scoraggiarlo senza abbandonare il terreno a se stesso; ed i due tipi di placenta si aiutavano a vicenda scambiandosi acqua, nutrimento e collegamenti Internet (il modello base si limitava a ritrasmettere i dati alle altre placente, di ambo i tipi, non consentendo invece agli umani di accedere ad Internet).

L'operazione richiese solo alcuni giorni; se il sindaco William chiese per l'esperimento sulla spiaggia di Turas le placente lussuose, invece Juno ritenne che per l'Africa fosse il caso di cominciare con il modello base, che avrebbe dissodato i deserti, e sarebbe stato eventualmente sostituito da quello sofisticato nelle aree urbane o nelle dimore dell'ex-deserto diventato campagna.

A Turas tutto funzionò a meraviglia, salvo un inconveniente: la sera si ritrovavano nella spiaggia le persone emarginate della città di Bosa, e questo fu oggetto di un'interrogazione in consiglio comunale.

Il sindaco William Basenji rispose: "Signori, non capisco che cosa vi preoccupi. Ormai non ci sono più palme ed oleandri nei viali alberati della città, ma solo placente del tipo lussuoso; i poveri della città prima si sfamavano con cibi di pessima qualità, e buona parte delle loro calorie le ingerivano con gli alcolici - ora mangiano bene e non bevono più. L'ordine pubblico è migliorato notevolmente. Il fatto che gli emarginati la sera si ritrovino a Turas, non facciano alcun danno, e non sporchino nemmeno perché le placente raccolgono e digeriscono i rifiuti meglio di un impianto di compostaggio non mi dispiace affatto".

"Molti di loro vendono merce contraffatta!", strillò un consigliere della destra estrema, ed il sindaco, dopo aver represso una risata, rispose: "Quelli che lo fanno stanno alla larga da Turas e dalle nostre placente. Esse infatti riconoscono, afferrano, smembrano e digeriscono questo tipo di merce. Inoltre, una volta due persone che avevano bevuto prima di entrare in spiaggia, e dopo essersi detti che Eva era una donna di malaffare, e tutte le discendenti avevano preso esempio da lei, stavano per picchiarsi, furono afferrati e legati dalle fronde delle placente prima che potessero farsi del male fisicamente. Quando passò la sbornia, si chiesero anche scusa, e le placente li liberarono".

"Ma non c'è pericolo che le placente si ubriachino?", chiese uno dell'estrema sinistra, ed il sindaco rispose: "In che modo?"

"Le placente non mangiano solo le griffe false", spiegò il consigliere, "ingoiano volentieri tutti i tipi di alcolici, sigarette, e droghe più o meno legali che vengono portati lì. Siamo sicuri che il male che fanno agli uomini non lo facciano anche a loro?"

"Mi riservo di rispondere domani", disse spiazzato il sindaco.

Ma solo mezz'ora dopo Yemoja e Xiuhe spiegarono al consiglio comunale che l'abilità delle placente di digerire sostanze tossiche era superiore a quella umana, e quindi non c'era nulla da temere. "Ovviamente", aggiunsero, "Se notate qualcosa di strano ditecelo subito e così indaghiamo e rimediamo".

Giovanna, la luogotenente dei carabinieri, era stata invitata a spiegare che ormai i delitti per pura fame erano scomparsi, e molte persone, adulte e bambine, avevano trovato una prospettiva di vita che li rendeva utili membri della società. Per cui l'esperimento si dimostrava positivo.

Terminata la seduta, Juno però chiese a Giovanna: "Temevo che le nostre placente attirassero i migranti a Bosa ed in Sardegna. Come mai non accade?"

Giovanna rispose: "La Sardegna è più lontana dall'Africa della Sicilia e di Lampedusa; e chi viene in Italia non cerca semplicemente di sfuggire alla fame, vuole integrarsi in Europa. Le vostre placente non li aiutano qui. Li aiuterebbero in Africa".

"Ed in effetti la settimana prossima vado in Egitto per questo. Ne approfitto per accompagnare Eva e Betsabea nella casa di formazione che ne farà delle monache carmelitane scalze".

La casa di formazione era a Roma, e Juno regalò ad essa una placenta modello lussuoso (senza utero! Il voto di castita non significa rinunciare solo all'orgasmo od al rapporto, ma anche alla discendenza) sufficiente per nutrire tutte le persone che vi dimoravano, in modo che a nessuna (ed in particolare ad Eva e Betsabea) mancasse di che vivere.

Dopoaver piantato la placenta ed accompagnato le novizie Eva e Betsabea, Juno e Yemoja presero l'aereo per l'Egitto. Si era deciso che fosse Yemoja ad accompagnare Juno, non solo perché era tra le inventrici delle placente, ma anche perché conosceva l'arabo classico (le serviva in Nigeria per leggere la giurisprudenza islamica, che ha valore di legge in alcuni stati del nord) - il dialetto arabo egiziano lo avrebbe dovuto imparare in loco.

Juno e Yemoja avevano ottenuto dai loro coniugi Rebecca e Xiuhe l'autorizzazione a riprendere i rapporti tra loro durante il viaggio (ed i coniugi acconsentirono a patto che fosse loro concesso di fare altrettanto), visto che nessuna di loro si sentiva in grado di resistere a lungo senza sesso, ed in passato erano stati appunto anche partner in una relazione poliamorosa.

Juno aveva già contattato, attraverso degli agenti di mediazione, quattro imprenditori: Ibrahim, Girgis, Kathrin e Sarah. Dopo averli incontrati, Juno disse a Yemoja: "Hai visto anche tu - le condizioni economiche che offrono sono molto simili, ed i terreni sui quali coltivare le placente sono equivalenti".

"Esatto", osservò Yemoja, "possiamo scegliere sulla base delle nostre simpatie".

"Tu chi sceglieresti?", chiese Juno, ed Yemoja rispose: "L'imprenditoria femminile va aiutata ..."

"Questo esclude Ibrahim e Girgis", notò Juno, "e sono d'accordo con te".

"Kathrin e Sarah sono oppresse per due diversi motivi", riprese Yemoja e Juno disse: "Sarah è ebrea. È vero che il nome è usato anche dai mussulmani, ma sulla sua carta di identità egiziana è scritto che lei è di religione ebraica".

"Ho notato. Ma ho notato anche un'altra cosa", disse Yemoja, "Kathrin attiva il mio lez-dar - non è successo anche a te?"

"Il sospetto mi è venuto", rispose Juno, "Anche se sulla sua carta d'identità è scritto che è vedova. Forse è bi, forse si è scoperta lesbica tardi, o forse semplicemente aveva sposato l'uomo scelto dalla sua famiglia".

"Chi delle due donne è più oppressa secondo te?", chiese Yemoja, e Juno rispose: "Un domandone! L'antisemitismo è un problema serio nei paesi arabi ..."

"In tutti i paesi, Juno, lo dovresti sapere meglio di me", interruppe Yemoja, e Juno riprese: "Giusto. Ma Sarah può manifestare tranquillamente la propria ebraicità; Kathrin, se è davvero lesbica o bi, deve nasconderlo anche alla famiglia".

"Quindi?", chiese Yemoja, che già prevedeva la conclusione di Juno: "Va bene, l'affare lo facciamo con Kathrin. Spero che lei non si dimostri antisemita".

"Perché dovrebbe esserlo?"

"Il Corano ha brani poco gentili (chiamiamoli così) verso gli ebrei, ma l'antisemitismo nel mondo arabo è stato importato dal mondo cristiano prima, dalla propaganda nazista poi (molto attiva negli anni '30 e '40 anche nel Vicino Oriente), ed infine dal regime sovietico - che non vendeva solo armi ai suoi 'clienti' arabi, ma anche traduzioni dei 'Protocolli dei Savi Anziani di Sion'. Kathrin è un nome cristiano, e le chiese cristiane orientali non hanno ripensato la loro teologia alla luce della Shoah. Anche per questo Putin può continuare a giocare la carta dell'antisemitismo, che in Europa occidentale sarebbe invece controproducente".

"Speriamo di non averla valutata male", disse ora perplessa Yemoja, ma Juno concluse: "Diamole questa possibilità".

Kathrin fu avvertita che era stata prescelta, ed invitò Yemoja e Juno alla sua villa, spiegando che si trattava solo di un incontro preliminare, e chiese loro un favore: di procurarle un vocabolario ed una grammatica italiana.

"Volentieri", rispose Juno, "Però i libri li devo ordinare via Amazon. Perché non lo fa lei direttamente?"

"Perché io non conosco ancora la lingua, e non posso stabilire il valore di grammatiche e dizionari come certo lo sapete fare voi".

Due giorni dopo arrivarono i libri scelti da Juno, e quella sera si presentarono alla villa di Kathrin, che li ricevette insieme con la sua maggiordoma e la sua cuoca.

Yemoja la salutò dicendo: "Tasharrafna biki! = Piacere di conoscerla, signora!", e Kathrin rispose: "Marchaban! = Salve!, e poi, in arabo classico: "Accomodatevi. Volete bere qualcosa?"

"Succo di mango per me, succo di fragola per lei", rispose Yemoja.

"Perfetto", disse Kathrin, "Non voglio sembrare asociale, ma se mi date subito i libri, li leggo in pochi minuti e poi posso parlarvi in italiano".

Yemoja tradusse per Juno, che consegnò i libri a Kathrin (erano una grammatica per arabofoni in due volumi, ed il dizionario italiano-arabo e viceversa della Zanichelli), e mentre le due ospiti sorbivano i loro succhi di frutta, Kathrin letteralmente divorò i libri in pochi minuti.

Yemoja sussurrò a Juno: "Le hai visto i capelli?"

"Sì, essendo cristiana non porta il velo".

"Non ti pare strano che abbia i capelli corvini alla sua età? Secondo la carta d'identità, dovrebbe avere 85 anni!"

"Ehm ... ammetto di averle invece guardato il seno - in effetti farebbe invidia alle mie figlie!"

"Vi sento", rispose Kathrin, in italiano, "Ho bisogno di alcuni minuti per rimuginare quello che ho imparato, ma capisco che state parlando del mio corpo".

"Lei sembra molto giovane. In Italia si dice che 'porta bene i suoi anni'", rispose Juno, cercando di nascondere l'imbarazzo.

Kathrin rispose: "Ora ho capito che vi siete dette. Siete fortunate che non mi offendo per questo. Secondo voi, chi può imparare così rapidamente una lingua?"

"Una savant", rispose Juno.

"Una robot", disse Yemoja.

"Brava, Yemoja. Sono un robot".

"Come fa ad avere una carta d'identità?", chiese Juno, e Kathrin rispose: "La mia padrona si è innamorata perdutamente di sua madre, ed ha commissionato un robot con le sue fattezze di giovinetta - sono io".

Yemoja strabuzzò gli occhi, e sussurrò: "Nerone ed Agrippina - ma Nerone era un uomo"; Juno chiese: "E la madre di lei?"

"In paradiso, probabilmente", e Juno disse: "Mi perdoni, signora, ma lei non può firmare un contratto a nome di una morta!"

"Infatti. Lo firmerà la mia padrona Tayriz. Lei è un essere umano, lo farà alle condizioni che stabiliremo io e voi".

"Resta il mistero della carta d'identità", osservò Juno, e Kathrin rispose: "Finché non scade, la uso per uscire di casa da sola. Per fortuna nessuno ha finora notato che è intestata ad una morta".

Juno fece una faccia perplessa, Yemoja disse: "Il contratto dev'essere bilingue, con il testo italiano prevalente su quello arabo".

"Va bene, ma con legge regolatrice egiziana e foro egiziano", rispose Kathrin, ed aggiunse: "Voi mi perdonerete se mi siedo solo a tavola, con la spina attaccata alla presa, perché non ho bisogno di cibo. Ma voi mangiate pure a volontà".

La cena era squisita, ed alla fine Kathrin chiese: "Avete per caso pensato ad una bozza di contratto da farmi leggere? Ne ho anch'io una in mente, e le confrontiamo".

Il confronto fu proficuo, e fu rapidamente messa a punto una bozza in italiano, che prevedeva la creazione di una società a responsabilità limitata, con lo scopo di acquistare i terreni desertici in Egitto, d'intesa con il governo, per dissodarli con le placente messe a punto da Yemoja e Xiuhe.

Soci e capitale di rischio erano egiziani, ed a Yemoja e Xiuhe si riconosceva una royalty del 10% lordo sulle entrate (al netto delle tasse, diventava l'8,5%).

Juno disse: "La bozza in italiano va bene, ma pretendere che un tribunale egiziano che applica la legge egiziana legga un contratto in italiano è troppo. Bisogna tradurla in arabo, in modo impeccabile, perché sarà quello il testo vigente".

"Pensavo simultaneamente in italiano ed arabo", disse Kathrin, "Ve la posso scrivere immediatamente".

"Gradiremmo farla verificare da un interprete scelto da noi", obbiettò Juno, e Kathrin assentì: "Va bene. Intanto trasmetto il documento al vostro cellulare, così lo potete inoltrare a chi volete".

Yemoja guardò l'orologio e disse: "Domani sera potremmo avere qui ad Hurghada una delle robot prodotte da Encarnaciòn, esperta in arabo e capace quindi di verificare la traduzione".

"Sarà mia gradita ospite", rispose Kathrin, che aggiunse: "Conosce già la lingua araba e la legge egiziana, o le deve imparare?"

"Deve impararle", rispose prudentemente Juno, e Kathrin consigliò: "Diteglielo subito allora che deve mettersi a studiare. Per venire dall'Europa ad Hurghada con un volo di linea ci vogliono almeno 8 ore, durante le quali non può collegarsi ad Internet ed imparare".

Juno telefonò immediatamente ad Encarnaciòn, che rispose: "Ho una robota ad Istanbul. Si chiama Amina. Faceva da concubina ad un 'qadi = giudice islamico', quindi conosce l'arabo, la shari'a ed il fiqh. Deve imparare il diritto egiziano, ma il web sarà il suo maestro. Oltretutto, poiché ci sono voli diretti da Istanbul ad Hurghada, ci metterà solo tre ore ad arrivare - tutto tempo in più per studiare!"

"Va bene, mandacela. Perché dici 'faceva'?"

"Il padrone non è più in grado di avvalersi dei suoi servizi, ed una semplice badante costa meno. Voleva rivendercela, lo pago subito, ma deve mettere Amina su un volo diretto per Hurghada".

"Quando arriva?"

"Verso le tre del mattino", rispose Kathrin, "I turchi sono tirchi e questi voli li fanno di notte per spendere meno".

Yemoja guardò l'orario dei voli, e disse: "Il volo parte da Istanbul verso l'una ora locale, quando qui ad Hurghada è mezzanotte. Magari può partire già stanotte".

"Mi consulto con Amina", rispose Encarnaciòn, "Anche perché il suo padrone deve avere un'enorme fiducia in me per farla partire prima che la banca riesca ad accreditargli il bonifico!"

Dieci minuti dopo Encarnaciòn ritelefonò a Juno: "Tutto a posto. Mehmet, il padrone di Amina, ha detto che lei è già molto esperta nella lingua araba e nella giurisprudenza islamica, e basteranno poche ore in una biblioteca specializzata per imparare il diritto egiziano. Lei parte stanotte!"

Kathrin disse: "Mi permetto di offrirvi ospitalità nella mia casa. L'aeroporto è più vicino, e vi posso accompagnare là quando arriva Amina. Guidare di notte per me non è un problema".

Kathrin accompagnò Yemoja e Juno nella loro stanza, che era accanto alla sua, e diede loro la buona notte con un bacio sulle labbra a tutte e due.

"Che significa?", chiese Juno, ed ella rispose: "La mia padrona non è gelosa. E mi piacete".

"Non è una buona idea andare a letto con il proprio socio d'affari", obbiettò Yemoja, ma Kathrin replicò: "Le placente non le hai sviluppate insieme con Juno, ma con Xiuhe, che è la tua donna. Ti contraddici".

"Mia moglie Rebecca mi ha autorizzato ad andare a letto con Yemoja durante questo viaggio", replicò Juno, "non con altre persone".

"Vale anche per me", aggiunse Yemoja, "Xiuhe conosce Juno e si fida di lei. Non conosce te, non mi ha autorizzato".

"Non potete chiedere una ratifica ex-post? Sono una robot, non sono malata, non posso fare figli con Juno, sono anche curiosa di che significa andare a letto con una donna trans".

"Come fai a saperlo?", chiese Juno, e Kathrin rispose: "Tu mi hai guardato il seno, io ti ho guardato tra le gambe. Porti una gonna larga, ma quando ti siedi e ti distrai non nascondi bene il pacco".

Juno prese il cellulare e mandò un messaggio WhatsApp a Rebecca: "Tesoro, la nostra partner in affari Kathrin ci ha invitate ad un'orgia. Che facciamo?"

La risposta arrivò in un lampo: "Solo sesso sicuro! Vale anche per Yemoja! Rebecca e Xiuhe".

"Avete delle mogli magnifiche", disse Kathrin mentre cominciava a spogliarsi, e Yemoja commentò: "In famiglia la pensiamo così: a casa si può pretendere che si mangi solo quello che cucina il nostro amore, ma fuori è inevitabile rivolgersi ad altre persone".

La serata fu appagante - le tre donne fecero l'amore fino alle due del mattino, con Kathrin che ringraziava Juno per averle fatto provare questa novità, Yemoja che diceva a Kathrin che lo sapeva fare molto bene, e Juno che disse che avrebbe voluto ripetere l'esperienza, e poi chiese: "Vai a letto con tutte le tue socie?"

Kathrin: "No. Amo Tayriz e normalmente desidero solo lei. Anche per quello lei non è gelosa. Ma qualcosa mi ha convinto a farlo con voi. Ora però dobbiamo lavarci ed andare a prendere Amina all'aeroporto".

Amina aveva il passaporto della sorella del qadi che serviva - e così poté gabellarsi alle dogane turca ed egizia come essere umano. E Juno capì che il qadi aveva concepito un amore incestuoso per la sorella, e per questo aveva voluto che Amina ne replicasse le fattezze.

Non poté pensare a lungo a questo, perché Yemoja le fece notare che Kathrin non aveva ancora pagato il visto d'ingresso in Egitto per Amina, che già le due robot, più che parlare, cinguettavano come due amanti.

"Come può una robot innamorarsi tanto rapidamente di un'altra?", chiese Juno, ed Yemoja abbozzò una risposta: "Hanno stabilito una connessione a banda larga tra loro, che ha permesso di conoscere i loro più intimi segreti in pochi secondi - sanno già di essere fatte l'una per l'altra".

"E Tayriz?", chiese Juno, ma Kathrin rispose: "Sono poliamorosa. I sentimenti che ho per voi, per Amina e per Tayriz non sono incompatibili. Sono stata creata da un inventore mussulmano con un harem in mente, non una semplice coppia come Encarnaciòn".

Juno avrebbe voluto saperne di più di quest'inventore mussulmano, ma Amina disse: "Sentite, visto che Kathrin vuole dimostrare a tutti i costi di essere la robot della mia vita, devo permetterle di dimostrarmelo. Il mio qadi è riuscito a scaricare nella mia memoria un database completo della legge e giurisprudenza egiziana, quindi andare in biblioteca non serve più. Concluso l'affare, penseremo alle vostre curiosità".

Il resto della notte le quattro persone lo trascorsero in camere separate a due a due (Kathrin con Tayriz, Juno con Yemoja), ma al mattino fecero una piccola orgia insieme - che convinse Yemoja che era necessario mettere in contatto Encarnaciòn con l'inventore mussulmano che aveva creato Kathrin: unendo il loro genio, sarebbero nati robot migliori!

Dopodiché Juno e Yemoja mangiarono, e poi misero a punto il contratto, nelle versioni araba, inglese (proposta da Kathrin ed Amina, in quanto sarebbe potuto diventare la falsariga di simili contratti in altri paesi africani ed asiatici), ed italiana. Tutti si riservarono un mese di tempo per eventuali osservazioni prima di registrarlo dal notalio, e Juno chiese a Kathrin: "Parlami un po' dell'inventore che ti ha creato".

"So molto poco di lui. È un libanese che non vuole creare robot bellici, e perciò si è rifugiato in Svizzera. L'unico modo per contattarlo sarebbe che io accusassi un guasto".

"Mi pare che tu funzioni a meraviglia", disse Yemoja, e Kathrin, dopo aver scosso la testa, disse: "Un difettuccio ce l'ho, e credo che non sia solo di software o firmware - occorre sostituire alcuni chip".

"Posso chiedere di che si tratta?", chiese Juno, e Kathrin rispose: "Con voi non è successo, ma se mi masturbo, l'orgasmo mi fa perdere conoscenza; una volta ho provato a filmarmi, e mentre ero incosciente braccia e gambe tremavano mentre il dorso si irrigidiva - e sentivo che l'utero (od il suo sostituto) vibrava violentemente".

Juno si limitò a dire: "Strano", ma Yemoja strabuzzò gli occhi e disse: "Ma ... quella che descrivi è una crisi epilettica tonico-clonica, o di 'grande male'! In alcune persone, soprattutto donne, gli orgasmi possono provocare una crisi, ed in altre la crisi inizia con un''aura orgasmica', e magari si limita a quella. Una mia paziente aveva degli orgasmi spontanei, e scoprimmo che erano appunto di origine epilettica. Non volle curarsi perché era una donna sola, e queste 'aure' la soddisfacevano molto più di qualsiasi partner".

Juno capì la portata di quello che diceva Yemoja e disse: "Una robot con una malattia neurologica umana è un portento!"

"Già", osservò Yemoja, "Sembra che, mentre Encarnaciòn ha creato dei robot con prestazioni superiori a quelle umane, il nostro ignoto inventore abbia creato robot più simili all'umano. Bisogna proprio contattarlo".

Kathrin contattò via Internet il suo inventore, inviando i file di log che mostravano le crisi epilettiche; l'inventore li esaminò e chattò via Telegram: "Kathrin, qui c'è un paio di chip da sostituire. Occorre salvarne i dati per quanto possibile, e sostituirli. Per caso la tua lei ti stimolava con piccole scosse elettriche?"

"No, sono stata taserata - facevo la spesa al mercato, ci fu un flashmob contro il carovita, che fu disperso dalla polizia. Un poliziotto mirò ad un manifestante, ma colpì la mia testa".

"Devo aumentare l'isolamento elettrico", commentò l'inventore, "Comunque, il problema si risolve così: riesci a prendere un volo per Ginevra?"

Kathrin controllò e disse: "Non si può fare a Zurigo? Ci sono dei voli diretti e mi sarebbe molto più comodo".

"E sia. Quando pensi di venire?"

Kathrin tradusse a voce la conversazione, e Juno, Yemoja ed Amina risposero: "Il contratto è pronto. Va' pure subito a curarti".

Così Kathrin disse: "Posso comprare subito il biglietto e partire a mezzogiorno! Arriverei a Zurigo verso le cinque del pomeriggio ora locale!"

"Benissimo! Ci vediamo nel pomeriggio, se tutto va bene la sera sei come nuova, e riparti domattina prima delle sette".

Chiusa la conversazione, Juno chiese a Kathrin: "Possiamo accompagnarti?"

"Perché?"

"Lo conosci personalmente questo signore? E poi, vorremmo parlargli di affari".

"Non riuscirebbe a sopraffarmi se volesse farmi del male", rispose Kathrin, "Ma se dovete parlargli, venite pure. Vieni anche tu, Amina?"

"Servo?", chiese Amina, ed Yemoja rispose: "Sarebbe più interessante mandare Encarnaciòn a Zurigo".

"Bene. Allora io alle quattro del mattino torno ad Istanbul - il mio padrone ha ancora bisogno di me. La tempesta valutaria in corso lo rende vulnerabile e devo pensare a lui".

"Va bene, Amina", disse Kathrin, "Ho già avvertito Tayriz - arriverà a casa quando noi saremo all'aeroporto, si prenderà cura di te e ti riaccompagnerà stanotte. Mi raccomando, non ci provare!"

Lo disse scherzando, ma Amina rispose: "Guarda che di solito sono gli umani - di ogni genere - che molestano le robot, non il contrario! Dì a lei di tenere le mani a posto!"

Kathrin rise e rispose: "Lo so per esperienza! Tayriz è comunque una donna simpatica, e rimpiangerete di non passare più tempo insieme".

Mentre Kathrin comprava i biglietti aerei, giunse un messaggio WhatsApp di Tayriz: "L'aereo è già arrivato. Mi vieni a prendere?"

Kathrin rispose: "Sì, certo. Ti presento anche le mie nuove amiche", e spiegò a Juno, Yemoja, Amina: "Troveremo Tayriz all'aeroporto. La salutiamo, ci imbarchiamo, e lei riaccompagna Amina a casa, e stanotte di nuovo all'aeroporto".

Nessuna fece obiezioni, e così Tayriz potè conoscere le amiche che Kathrin si era fatta (oops!) durante la sua assenza.

Kathrin le spiegò tutto, e Tayriz disse: "Ottimo. Mi studio il contratto a casa. Ho un mese di tempo per eventuali riserve, giusto? Kathrin, curati bene e torna presto. Juno, Yemoja, piacere di avervi conosciuto - sarò contenta di fare affari con voi. Amina, sei molto carina, ora ti accompagno a casa".

Il volo per Zurigo procedè senza problemi, salvo una curiosa richiesta di Kathrin: "Per scatenare una crisi epilettico-orgasmica, non è necessario che io mi tocchi dove immaginate voi. Basta che voi due mi sfioriate in contemporanea il palmo della mano e l'incavo del pollice - una a destra, l'altra a sinistra".

"Non vorrai avere una crisi di grande male in volo!", disse Juno, che non voleva spaventare equipaggio e passeggeri, ma Kathrin disse: "Sarà solo una crisi ad innesco focale con consapevolezza menomata, detta anche 'crisi complessa parziale', preceduta da un'aura con parossismo orgasmico. Durerà poco, mi agiterò poco, ve ne accorgerete solo voi che mi guardate".

Juno ed Yemoja accontentarono Kathrin, e quando, dopo pochi minuti, lei si riprese, Yemoja le chiese: "Tayriz può farti questo prendendoti ambo le mani?"

"No. Ci vogliono proprio due persone. Ho spesso sognato che due persone mi sfiorassero le mani mentre Tayriz mi ... mi capite. Lei è brava, ma non l'ha mai voluto fare insieme con altri".

Juno osservò: "C'è modo di conservare questo 'dono'? Potrebbe essere bello avere queste aure, se avvengono solo quando vuoi".

"Lo dovremo chiedere al mio inventore. Ha detto di chiamarsi Ibrahim Bin Yussuf ed ha mandato questa foto".

A Zurigo, prima di Ibrahim, i tre incontrarono Encarnaciòn - avvertita da Juno, era riuscita a prendere un volo da Cagliari.

"Rebecca come sta?", chiese Juno, ed Encarnaciòn rispose: "Benissimo. Purtroppo aveva un progetto importante da completare, ed è rimasta a Bosa".

Poi si rivolse a Kathrin e le disse: "Che robot meravigliosa! Il tuo inventore ti ha fatto molto bene!"

"Grazie!", disse Kathrin, che chiese però ad Encarnaciòn: "Cosa hai in mano?"

"Uno scanner. Vorrei capire se e quali frequenze radio emetti, ed a quale scopo".

"Bastava chiedermelo", rispose Kathrin, "Mentre Amina, a quanto ho visto, opera solo nelle frequenze dei vari standard WiFi e cellulari, io posso ricevere tutto lo spettro radio dalle VLF alle EHF - dai 3 KHz ai 300 GHz; poiché però non sono grande come la Statua della Libertà, non posso nascondere nel mio corpo un'antenna trasmittente molto grande, e perciò trasmetto solo dalle VHF alle EHF - dai 30 MHz ai 300 GHz".

"Che tipo di modulazione?", chiese Juno

"I vari standard radio, TV e trasmissione dati", rispose Kathrin, e Juno replicò: "Brava! Ti chiamerò Drake!"

"Drake come dragone?", chiese Yemoja, e la divertita Kathrin rispose: "No, come un'azienda americana che produceva eccellenti ricevitori radio ad onda corta. Ora produce attrezzature per TV via cavo".

Encarnaciò chiese però: "Ibrahim, quando arriva?"

"Eccolo!", disse Kathrin indicando un uomo con in mano un mazzo di fiori di Passiflora Caerulea.

"Originale!", osservò Yemoja, "Perché non ha portato delle rose alla sua donna?"

Juno le rispose che i frutti della passione (o maracujà) sono più buoni da ... mangiare dei cinorrodi delle rose.

Encarnaciòn aggiunse: "E poi ... vuoi mettere la birichinata dello scrivere 'pussyflora' anziché 'passiflora'?"

Anche Yemoja rise, ammettendo di non averci pensato.

Kathrin si era nel frattempo avvicinata ad Ibrahim, aveva detto "Ooooh!" vedendo i fiori e prendendoli in mano, lo aveva ringraziato dandogli un bacino e dicendogli: "Sei sempre galante con la tua creatura".

"Sei la mia preferita", rispose Ibrahim, "Rimpiango sempre di averti dovuta vendere".

"Con l'aiuto dei miei amici che ora ti presento", rispose Kathryn, "Sto per diventare una benefattrice dell'Egitto, dell'Africa, del mondo".

Tutti si presentarono, e la persona più interessata a parlare con Ibrahim fu Encarnaciòn, che gli disse: "Salve. Sono Encarnaciòn Subtile, la sua principale concorrente, visto che costruisco anch'io robot sessuali".

"Buongiorno! Finalmente la conosco. Ammiro i suoi robot, anche se i miei sono un po' diversi. Vuole parlare con me d'affari?"

"Dopo aver risolto il problema di Kathrin, sì".

"Certo, non perdiamo tempo", rispose Ibrahim, che caricò tutti in auto, e partì in direzione di Ginevra.

A Ginevra Kathrin dovette dire ad Ibrahim: "Tesoro, forse non ti sei accorto che Encarnaciòn, Juno ed Yemoja sono umani in carne ed ossa digiuni da stamattina. Dove li portiamo a mangiare?"

"Che tipo di cucina vi piace?", chiese Ibrahim, "Conosco ristoranti di vario genere".

Le tre donne si guardarono e risposero: "Cucina vegana o perlomeno kasher".

C'è un ristorante kasher a Ginevra, Ibrahim portò lì tutte quante, collegò Kathrin ad una prolunga ed attraverso essa ad una presa, ed ordinò il pranzo. Erano in una saletta riservata, e potevano parlare senza problemi.

Ibrahim estrasse un tablet, lo collegò via WiFi a Kathrin e disse: "Bene. Non ci sono altri chip guasti oltre a quelli che abbiamo già individuato esaminando i log e procedendo all'autodiagnosi. Hai già salvato in altre zone di memoria e corretto i dati contenuti in quei chip, quindi non devo fare altro che sostituirli. Basterà mezz'ora. Molte umane perdono più tempo quando vanno dal dentista".

"Grazie, tesoro. Sapevo che mi avresti risanato".

Juno si intromise: "Spero che questo non infici la sua capacità di godere se due persone le sfiorano il palmo delle mani e l'incavo del pollice".

Kathrin la guardò come per dire: "Un chilo di fatti tuoi, no?"

Ibrahim rimase sbalordito, guardò Kathrin e poi si volse verso Juno: "Assolutamente no! Non è un guasto, ma un obbiettivo del progetto! Gli americani direbbero: 'It is not a bug, it is actually a feature!'"

"Mi perdoni la curiosità", intervenne Yemoja, che pure aveva guardato anche lei Juno contrariata, "Io faccio la ginecologa, ed ho incontrato pazienti con aure orgasmiche prima di Kathrin, ed altre con zone erogene atipiche, ma nessuna a cui bastasse una stimolazione così semplice per godere. A chi lei si è ispirato?"

Ibrahim arrossì un attimo e spiegò: "Sono mussulmano sunnita. Mentre Encarnaciòn ha nel suo orizzonte mentale di cristiana (almeno culturalmente) la coppia, io ho l'harem, ed Allah, attraverso l'Inviato Maometto (su di lui sia pace), ha consentito all'uomo di avere quattro mogli, ed un numero illimitato di concubine. Le mie robot devono perciò essere capaci di stabilire legami significativi non solo con il loro uomo, ma anche tra di loro, per evitare che si dilanino letteralmente per la gelosia".

"Ma l'Islam non vieta anche i rapporti sessuali tra donne?", chiese Juno, ed Ibrahim, dopo aver adocchiato la Stella di Davide al suo collo, rispose: "La situazione è simile a quella ebraica: la peniena penetrazione anale è severamente punita, anche del marito nei confronti della moglie ..."

"Quest'ultimo dettaglio non è ebraico", si affrettò a precisare Juno, "Come dice il Talmud (bNedarim 20b), 'un uomo può fare quello che vuole con sua moglie' - purché lei acconsenta".

"D'accordo", ammise Ibrahim, "Ma in entrambe le religioni non esiste un divieto esplicito di rapporti lesbici, e tantomeno una punizione divinamente rivelata per loro. Si riconosce che sono cosa contraria all'ordinamento di ambo le religioni, che vogliono mettere l'orgasmo al servizio della riproduzione, ma non essendoci una pena biblica o coranica per essi, la punizione è lasciata alla discrezione del giudice ..."

"... che nell'islam potrebbe anche prescrivere la pena capitale, ma di solito si limita alla fustigazione nel caso di due lesbiche", concluse Juno.

"Vero", confermò Ibrahim, "Ma vorrei vedere quale giudice riterrebbe il prendersi per mano tra due donne un atto sessuale".

"Se il desiderio c'è", disse Yemoja, "Per me lo è - lo è anche per i giudici islamici?"

"Dipende dalle scuole", rispose Ibrahim, "Se se ne ricava piacere, e se il piacere porta o meno all'eiaculazione".

"Nelle donne?", chiese stupita Juno, ed Yemoja, ridendo, rispose: "Sta parlando dello 'squirting', cioè dell'emissione di un liquido dall'uretra femminile al colmo del piacere. Questi giurisperiti mi stanno diventando simpatici".

Ibrahim provò a spiegare: "Alcune scuole giuridiche dicono che il contatto tra le parti intime di due adulti rende nulla l'abluzione fatta prima di pregare - occorre ripeterla; altre dicono che questo accade se il contatto con una donna è deliberato e porta piacere, indipendentemente dalla parte del corpo coinvolta; altre ancora dicono che solo l'eiaculazione squalifica l'abluzione".

"Sicuro che si stia parlando di eiaculazione femminile qui?", chiese la sempre diffidente Juno, ed Ibrahim rispose: "Certo. Le medesime scuole dicono che la donna che ha eiaculato deve farsi il bagno! E se questo accade in giorno di Ramadan deve fare ammenda e ricuperare perché l'eiaculazione ha rotto il digiuno! Alle mie robot questo per fortuna non succede anche se il piacere è immenso lo stesso!"

Kathrin intervenne dicendo: "Tesoro, perché non racconti alle nostre ospiti che accadde ad un uomo, alla sua moglie bisessuale, ed alla figlia di lui?"

"Secondo te, dopo mangiano di gusto?", chiese Ibrahim, e Kathrin rispose: "Divoreranno non solo la dispensa ma anche i mobili e le posate!"

"Visto che me lo chiedi tu ...", disse sconsolato Ibrahim, che si ricompose e spiegò: "Un uomo aveva una moglie con cui faceva l'amore. Ma la moglie era bisessuale, e dopo essersi fatta lui si faceva anche la figlia di lui. Non spiego ad una ginecologa come poté accadere, ma dopo che lui ebbe eiaculato nella moglie, lei eiaculò nella figlia, ed oltre al proprio 'squirt' pompò in lei anche il seme del marito, rendendola gravida".

"Mai accaduto nella mia pratica professionale", disse Yemoja, cercando di trattenere le risa, al pari di Encarnaciòn, che commentò: "Ma scusate, i giurisperiti credono forse che tutte le lesbiche amino la 'sforbiciata' e la considerino la pratica erotica per eccellenza?", e Juno, che disse: "Mi sa che lui si faceva moglie e figlia, e quando quest'ultima è rimasta incinta, si sono inventati questa storia per non far lapidare padre e figlia", ed Encarnaciòn intervenne dicendo: "Incesto padre-figlia? Mi pare più probabile questo: che la ragazza si sia fatta mettere incinta prima di sposarsi, e padre e matrigna abbiano inventato questa storia per coprirla".

Ibrahim fu molto stupito della reazione, ma Kathrin lo incoraggiò a rispondere: "Encarnaciòn, la tua ipotesi è implausibile, perché che una donna nubile abbia rapporti con un uomo od una donna che non sono suoi parenti, la punizione è la stessa - la fustigazione. E non credo che il padre di lei volesse che anche la moglie venisse fustigata per coprire la figlia. Guardate comunque che questo caso non è di scuola, ma viene preso molto sul serio. Infatti la domanda che ci si fa in questi casi è chi è il padre legale del figlio".

"Il maschietto, giusto?", chiese Yemoja, ed Ibrahim assentì spiegando: "Perché lui ha fornito lo sperma. Tutte le mie robot hanno la capacità di immagazzinare e tenere in vita lo sperma di un uomo per cinque giorni, e fecondare con esso altre donne".

"Interessante alternativa alla fecondazione assistita col metodo Saffron", commentò Yemoja, mentre il cameriere entrava con i piatti - come previsto da Kathrin, l'aneddoto aveva stuzzicato l'appetito di tutte le umane e di Ibrahim.

Dopo il pranzo, la sostituzione dei chip guasti di Kathrin richiese non mezz'ora, ma pochi minuti, anche se Kathrin rimase 'stordita' per mezz'ora finché i dati venivano ricaricati nei chip nuovi. Nel frattempo Encarnaciòn continuava a parlare di tecnologia robotica con Ibrahim, e tutti e due premettevano ai loro discorsi: "Te lo posso dire perché già protetto da brevetto".

Al termine del colloquio, emerse che Ibrahim produceva robot con una vita sessuale più allegra e capacità di radiocomunicazione superiori, mentre Encarnaciòn poteva avvalersi degli studi di Yemoja e Xiuhe per produrre i robot non artigianalmente, ma attraverso le placente arborizzate.

Si stabilì un accordo, per cui le placente arborizzate e dotate di utero avrebbero prodotto (e riparato, secondo la proposta di Kathrin) anche i robot di Ibrahim, in attesa che le gamme di robot di Ibrahim ed Encarnaciòn venissero unificate - la fusione di due gruppi automobilistici sarebbe stata meno complicata.

Per il momento l'accordo fu siglato con una stretta di mano, mentre, in attesa degli aerei che avrebbero riportato tutte a casa, Kathrin abbozzava il contratto scritto ed Yemoja pensava a come modificare le placente per far loro produrre anche i robot di Ibrahim.

[Fine]